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Patrimoniale per i super ricchi: la proposta di sette premi Nobel per un fisco più equo

Un fronte di economisti di fama mondiale sostiene una tassazione minima sui grandi patrimoni: i ricchi pagano "spiccioli" rispetto alla classe media, sfruttando meccanismi di elusione

Patrimoniale per i super ricchi: la proposta di sette premi Nobel per un fisco più equo

Il dibattito sulla patrimoniale si riaccende con un'autorevole presa di posizione: sette Premi Nobel per l'Economia hanno avanzato una proposta decisa per tassare maggiormente i super ricchi, sostenendo che le loro aliquote fiscali sono irrisorie rispetto al patrimonio detenuto e al carico fiscale dei contribuenti medi. Sebbene non si tratti di un rischio certo di attuazione immediata, la discussione è ormai aperta a livello internazionale.

Analizzando le crisi economiche degli ultimi decenni, questi luminari hanno evidenziato come i ricchi paghino troppo poco rispetto alle loro reali capacità economiche. A loro avviso, non è più sostenibile, sia moralmente che praticamente, che chi detiene enormi fortune contribuisca solo con "spiccioli" al sistema fiscale.

A sostenere questa tesi sono nomi di spicco nel panorama economico mondiale come George Akerlof (Nobel 2001), Daron Acemoglu (Nobel 2024), Abhijit Banerjee (Nobel 2019), Simon Johnson (Nobel 2024), Paul Krugman (Nobel 2008), Joseph Stiglitz (Nobel 2001) e Esther Duflo (Nobel 2019).

Il nodo della questione è chiaro: gli ultra ricchi pagano un'imposta sui redditi personali che oscilla tra lo 0% e lo 0,6% del patrimonio che detengono. Considerando tutte le imposte a cui sono sottoposti, l'aliquota totale che versano è nettamente inferiore, in percentuale, rispetto a quella della classe media. Questo accade perché, secondo gli economisti, i patrimoni vengono sfruttati per evitare di versare la reale imposta sui redditi, grazie alla creazione di holding di famiglia dove i dividendi si accumulano al riparo dalle tasse. I Nobel rassicurano che questa situazione, essendo frutto di scelte politiche, non è irreversibile.

Compreso il problema di fondo, i sette esperti si sono posti l'obiettivo di convincere i governi a introdurre una "piccola patrimoniale" basata sulla proposta dell'economista Gabriel Zucman. La sua idea prevede una tassazione minima, anche al 2%, per i patrimoni che superano i 100 milioni di euro. Non si tratterebbe di sovvertire l'ordine mondiale, ma semplicemente di chiedere ai super ricchi di pagare il "minimo sindacale" per sostenere il welfare e la coesione sociale.

Per fare un esempio pratico, in Francia questa patrimoniale toccherebbe solo circa 1.800 famiglie, mentre circa 10 milioni di cittadini vivono al di sotto della soglia di povertà.

Gabriel Zucman, giovane economista non ancora quarantenne, dirige l'Osservatorio Fiscale dell'Unione Europea. Da anni si batte per una tassazione più equa degli ultra-patrimoni. Nel suo Global Tax Evasion Report dello scorso anno, ha dedicato un capitolo all'Italia, evidenziando che tra il 2016 e il 2022 sono stati fatti uscire dal Paese 159 miliardi di euro finiti in paradisi fiscali. L'intero patrimonio italiano offshore, per intenderci, ammonta all'equivalente del PNRR.

La proposta di introdurre un'imposta progressiva per lo 0,1% della popolazione più ricca ha trovato molti sostenitori tra gli economisti italiani. Aumentare il prelievo fiscale sui più ricchi, secondo Zucman e i sette Premi Nobel, potrebbe risolvere gran parte dei problemi economici di ogni Stato.

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