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Economia
10 Luglio 2025 - 14:10
La produzione industriale italiana torna a preoccupare. Dopo un leggero rimbalzo ad aprile, i dati diffusi oggi dall'Istat per maggio 2025 mostrano un nuovo arretramento. L'indice destagionalizzato ha segnato un calo dello 0,7% rispetto al mese precedente, riportando l'industria in territorio negativo e confermando le difficoltà strutturali di un settore che fatica a trovare uno slancio duraturo.
Anche su base annua, il bilancio è deludente: corretto per gli effetti di calendario, l'indice registra una flessione dello 0,9% rispetto a maggio 2024 (con un giorno lavorativo in meno). Il dato grezzo, invece, evidenzia un calo ancora più marcato, pari al -3,8%.
Il lieve recupero di aprile, che aveva interrotto una prolungata fase di contrazione durata oltre due anni, si è purtroppo rivelato un episodio isolato. Nella media del trimestre marzo-maggio si osserva comunque un contenuto aumento dello 0,6% rispetto ai tre mesi precedenti, un segnale che il comparto rimane in una fase di stagnazione caratterizzata da variazioni mensili altalenanti.
Analizzando i singoli comparti, a maggio l'unico aggregato in crescita su base mensile è stato quello dell'energia (+0,7%). Tutti gli altri settori hanno registrato un calo: i beni intermedi sono scesi dell'1%, i beni di consumo dell'1,3%, mentre i beni strumentali sono rimasti stabili.
Su base annua, l'energia si conferma il motore principale del settore, con un incremento significativo del +5,3%. Tuttavia, tutti gli altri aggregati merceologici segnano il passo: i beni strumentali calano dello 0,2%, i beni di consumo dell'1,8% e i beni intermedi del 2,7%.
Tra i singoli settori, i maggiori incrementi tendenziali si riscontrano nella fabbricazione di coke e prodotti petroliferi raffinati (+6,1%), nelle attività estrattive (+5,1%) e nella fornitura di energia elettrica, gas e vapore (+4,7%). Le performance peggiori riguardano la fabbricazione di mezzi di trasporto (-5,6%), i prodotti farmaceutici (-5,2%) e i prodotti chimici (-4%).
Il quadro complessivo dell'industria italiana rimane dunque fragile. Il segnale positivo arrivato ad aprile, con una timida crescita dell'1,0% su base mensile e un +0,3% tendenziale dopo ben 26 mesi consecutivi di cali, non ha trovato conferma nei dati di maggio. L'industria italiana appare ancora priva di una traiettoria di crescita stabile e diffusa.
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