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Sempre più pensionati tornano al lavoro: tra necessità e voglia di restare attivi, l’Europa si spacca in due

Nel 2023 oltre il 9% dei pensionati europei è rimasto nel mercato del lavoro. Il Nord guida la classifica

Sempre più pensionati tornano al lavoro: tra necessità e voglia di restare attivi, l’Europa si spacca in due

Secondo l’ultimo rapporto Eurostat, nel 2023 oltre il 9% dei pensionati tra i 50 e i 74 anni ha continuato a lavorare. I motivi sono diversi: difficoltà economiche, desiderio di utilità sociale o semplicemente la voglia di non fermarsi.

In Svezia il 98,4% dei pensionati autonomi è ancora attivo, seguita da Finlandia (88%) e Irlanda (87,7%). All’opposto Spagna (18,2%) e Grecia (20,3%) registrano i tassi più bassi. L’Italia si colloca a metà classifica, con oltre il 56% dei pensionati che lavorano è un autonomo, spesso con partita IVA. «Le pensioni sono troppo basse – spiega Fausto Durante (CGIL) –. Molti sono costretti a lavorare anche oltre i 70 anni. È urgente rivedere il sistema contributivo». Benché molti siano i casi di necessità, rimane la voglia di conciliare attività, salute e vita familiare: per questo motivo molti preferiscono un contratto part-time.

In paesi come la Repubblica Ceca, il governo ha introdotto incentivi: chi lavora oltre i 67 anni non paga più contributi, ottenendo un beneficio netto mensile.
Diverso il quadro in Grecia, dove i pensionati che lavorano devono affrontare alte trattenute, fino al 50% del reddito lordo per gli autonomi. Il risultato è un’estesa economia informale.

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