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Finalmente sapremo dove ci multano (e se è legale)

Il Ministero dei Trasporti pubblicherà l’elenco completo dei dispositivi. Solo quelli censiti e in regola potranno restare attivi

Finalmente sapremo dove ci multano (e se è legale)

Con l’approvazione alla Camera del decreto Infrastrutture, passato giovedì 10 luglio con voto di fiducia, prende forma un cambiamento significativo per gli automobilisti italiani: il ministero dei Trasporti renderà pubblici i dati relativi a tutti i dispositivi di rilevamento della velocità installati nel Paese. L'obiettivo è ottenere un maggiore trasparenza e meno multe a sorpresa. L’emendamento, proposto dalla Lega, prevede che comuni e polizia stradale trasmettano al ministero informazioni dettagliate su ogni autovelox: tipo, marca, modello, eventuale approvazione o omologazione, e posizione esatta. Il ministero a sua volta pubblicherà poi i dati sul proprio sito istituzionale, accessibili a tutti. Ad essere attivi saranno solo gli autovelox regolarmente censiti.

La decisione nasce dalla crescente polemica sull’uso degli autovelox come mezzo per far incassare denaro ai comuni. Negli ultimi anni molti enti locali sono stati accusati di piazzare dispositivi in punti strategici, come uscite di galleria, lunghi rettilinei, incroci, con limiti bassi e segnaletica poco visibile, più per fare cassa che per aumentare la sicurezza.
Una stima del 2021 dell’azienda francese Coyote group parla di oltre 14.000 apparecchi attivi in Italia, con una concentrazione del 76% al Nord, in particolare in Veneto, Lombardia, Piemonte ed Emilia-Romagna.

Finora la gestione degli autovelox è stata lasciata in gran parte all’iniziativa dei singoli enti, che richiedevano solo una generica autorizzazione ministeriale. Il nuovo sistema punta a fare chiarezza anche sul tema dell’omologazione: secondo varie sentenze della Cassazione, le multe sono valide solo se il dispositivo è omologato, non basta che sia approvato. Eppure molte apparecchiature in funzione oggi non sono formalmente omologate.
Una ricognizione dell’ANCI (Associazione nazionale comuni italiani) ha rilevato che quasi il 60% degli autovelox fissi è stato approvato prima del 2017 e quindi non sarebbe più regolare secondo le norme più recenti. Peggiore la situazione per i mobili: oltre il 67% sarebbe fuori norma.

Secondo i proponenti dell’emendamento, la mancanza di un censimento ha finora impedito al governo di risolvere il nodo normativo. Il decreto vuole rappresentare un primo passo per sanare questo vuoto legislativo.

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