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Scienza
11 Luglio 2025 - 13:05
L’Italia è da sempre in prima linea nella ricerca scientifica spaziale e questa volta lo ha dimostrato a partire da un seme. Con il progetto Moon-Rice, infatti, il riso italiano arriverà nello spazio: varietà ultra-compatte, nutrienti e resistenti, pensate per le future missioni su Luna e Marte. A sviluppare l'idea, tutta tricolore, ci sarà l’Agenzia Spaziale Italiana insieme a tre importanti università: la Statale di Milano, la Sapienza di Roma e la Federico II di Napoli.
Il programma, attivo dal 2024, ha un obiettivo chiaro: sviluppare piante di riso capaci di crescere anche in condizioni estreme, adatte persino allo spazio. Parliamo di missioni lunghe, in cui non sarà possibile fare affidamento solo su cibo confezionato: il riso spaziale potrebbe così diventare una fonte nutrizionale essenziale, coltivabile direttamente a bordo delle navicelle o nelle basi extraterrestri.
Uno dei principali ostacoli che il gruppo di ricerca ha dovuto valutare è la dimensione delle piante. Quelle terrestri sono troppo ingombranti per ambienti come moduli spaziali o serre lunari. Per questo i ricercatori stanno selezionando varietà nane, alte appena 10 centimetri, che si adatteranno perfettamente agli spazi ridotti senza rinunciare alla produttività. Non si tratta solo di fare piante più piccole, ma di ripensare completamente l’architettura genetica del riso: aumento delle proteine per compensare la mancanza di carne fresca nello spazio, resa elevata nonostante l’altezza ridotta, e soprattutto resistenza ad un'ambiente decisamente ostile per qualsiasi tipo di vegetale.
Coltivare riso nello spazio, infatti, significa anche fare i conti con la microgravità. La Federico II di Napoli ha per questo messo a punto dei sistemi per simulare l’assenza di peso sulla Terra, facendo ruotare costantemente le piantine per ricreare l’effetto della gravità zero. Una soluzione ingegnosa, che velocizzerà la ricerca in attesa dei reali test in orbita. Per far crescere le piante nello spazio, i ricercatori stanno puntando su idroponica e aeroponica, metodi che permettono la coltivazione senza terra. Le radici verranno nutrite attraverso soluzioni liquide o vapori nebulizzati, con un consumo minimo di acqua e, allo stesso tempo, un controllo totale dei nutrienti.
Il progetto, inoltre, non vuole vedere il riso spaziale italiano solo un alimento, ma vuole renderlo anche un alleato importante per il benessere psicologico degli astronauti. Prendersi cura delle piante e vederle crescere, può diventare un momento di decompressione utile a combattere lo stress del viaggio spaziale. In più, avere cibo fresco sarà un upgrade importante rispetto ai pasti liofilizzati delle missioni passate. Più varietà, più gusto, più equilibrio nutrizionale.
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