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LA STORIA
12 Luglio 2025 - 11:39
Ha viaggiato per 7.500 chilometri, sfidando una gravissima malformazione cardiaca e ogni previsione clinica. Oggi quel bambino, otto mesi appena, nato in Bangladesh con un solo ventricolo funzionante, è vivo grazie a un delicato intervento di cardiochirurgia pediatrica che gli ha dato una nuova possibilità. Una storia a lieto fine: sullo sfondo, l'ospedale e i camici bianchi del Regina Margherita. Quando è nato, nell’ottobre 2024, i medici del suo Paese avevano ormai perso la speranza: la malformazione, una delle più gravi tra le cardiopatie congenite, di solito richiede un intervento entro pochi giorni dalla nascita. Ma quel neonato, contro ogni aspettativa, ha continuato a sopravvivere. E proprio questa resistenza ha convinto i sanitari locali a cercare un contatto internazionale. Si sono rivolti al dottor Alessio Pini Prato, chirurgo pediatrico dell’ospedale di Alessandria, che ha attivato il team della Cardiologia e Cardiochirurgia pediatrica del Regina Margherita. Ottenere i visti per l’Italia e organizzare il viaggio non è stato semplice. A supportare la missione è intervenuta Flying Angels Foundation, che ha coperto i costi del trasferimento e garantito la presenza di presidi medici a bordo, viste le condizioni delicate del piccolo. L’arrivo a Torino è stato solo il primo passo: ad accogliere la famiglia è stata l’Associazione Amici dei Bambini Cardiopatici, che ha messo a disposizione un appartamento e coperto interamente le spese mediche con una raccolta fondi. Arrivato al Regina, il piccolo è stato sottoposto agli accertamenti della Cardiologia pediatrica, diretta dalla dottoressa Chiara Riggi, e operato dal team della Cardiochirurgia pediatrica, guidato dal dottor Carlo Pace Napoleone. A causa della mancata possibilità di eseguire l’intervento neonatale, è stato effettuato direttamente il secondo step previsto nei casi di cuore univentricolare. L’intervento – durato sei ore con l’ausilio della macchina per la circolazione extracorporea – ha permesso di indirizzare il flusso venoso direttamente ai polmoni e migliorare il passaggio del sangue all’interno del cuore, rimuovendo tessuti che ostruivano la circolazione. Oggi il bimbo sta bene, è stato dimesso in buone condizioni ed è seguito in ambulatorio, in attesa di poter tornare nel suo Paese. “È davvero un ospedale dei bambini del mondo”, ha detto nei giorni scorsi il presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio, riferendosi proprio all’impegno del Regina Margherita, che nelle scorse settimane ha accolto anche piccoli pazienti provenienti dalla Striscia di Gaza.
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