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La sindrome da buco della serratura (se Garlasco diventa un derby)

Il dilagare dei processi televisivi alla fine porteranno l'assassino a costituirsi?

La sindrome da buco della serratura (se Garlasco diventa un derby)

I tre protagonisti di Garlasco

Si ha un bel dire circa le capacità pedagogiche di quanto passa per le tv del regno.

Per farsi un'idea piuttosto precisa del livello qualitativo di trasmissioni, da settimane, mesi, concentrate sul Delitto di Garlasco, basta dare un'occhiata al tenore dei commenti sui profilo social di questi programmi.
A prescindere dalla qualità dell'italiano scritto (che di suo già può fornire un test sul livello di istruzione), è come assistere ai commenti di un dopo derby qualsiasi: tifosi, in questo caso commentatori, rigidamente divisi fra innocentisti e colpevolisti. Niente da dire: l'audience c'è! E scientemente, per chi è chiamato a generare share per giustificare il proprio stipendio, perché non battere il ferro quando è "caldo"?
Così i processi diventano eterni, una never ending story, e benzina per riempire i palinsesti forti degli introiti pubblicitari che la pruderie e la voglia di farli in tv, in luogo di un'aula di giustizia, assicurano.
C'è un freno a questa deriva? La fortuna di queste trasmissioni è solleticare proprio la morbosità, la voglia di ergersi a giudici che alberga in ogni italiano?
Con una battuta, un mio amico si auspicava che, reso esausto dal proliferare di inchieste in tv, ore e ore di programmi, interviste anche ai pali della luce (purché nei pressi della scena del crimine) alla fine il vero responsabile del delitto si costituisca, motivando così la decisione: "non ne potevo più di tutte queste trasmissioni..."
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