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La vita che imita l'arte (e non dovrebbe)

Chi sono i Guerrieri V_V, l'"esercito" ispirato a "V di Vendetta" che sono contro tutto

Dai vaccini alla cultura woke, i soldati dalla maschera alla Fawkes che potrebbero trovarsi tra di noi

Chi sono i Guerrieri V_V, l'"esercito" ispirato a "V di Vendetta" che sono contro tutto

Quando la vita imita l'arte, ma non dovrebbe. Nel 2005, quando nelle sale era uscito V per Vendetta, nessuno poteva immaginare che la maschera alla Guy Fawkes nella quale si nascondeva V avrebbe ispirato coloro che oggi vengono chiamati i "Guardiani V_V". Persone che, come diceva Frankie Hi-nrg, sono intorno a noi, in mezzo a noi e in molti casi siamo noi. E a testimoniarlo sono le numerosissime dimostrazioni di questi guardiani in giro per tutta l'Italia

Iniziando prima sui social, la loro sigla rossa è poi arrivata sulle strade, sui muri e addirittura ai cimiteri, accompagnata da slogan e poster di indignazione su svariati temi, perché alla fine questo è il loro compito principale: lamentarsi di tutto e tutti. Dai vaccini, alla cultura woke, dalla NATO all'Agenda 2030 fino a Donald Trump, i guerrieri V_V si distinguono da altri indignati per la loro maniera quasi incredibile di far arrivare i loro messaggi attraverso i mezzi digitali

Ma dietro le apparenze di una protesta spontanea e di una rabbia popolare digitalizzata, c'è ben altro. Come ha rivelato un’inchiesta di Wired, il collettivo V_V non è affatto un gruppo di improvvisati paladini del dissenso. Anzi, sembra rispondere a una logica precisa, quasi militare, di diffusione del messaggio. Lontani dal semplice "sfogo social", i Guardiani V_V operano secondo una vera e propria strategia: account multipli coordinati, condivisioni a raffica, uso massiccio di bot, tecniche di social engineering. Il tutto con l’obiettivo di inondare la rete di contenuti allarmistici e polarizzanti, spesso cuciti su misura per far presa sugli algoritmi.

In altre parole, non si tratta più di indignazione, ma di manipolazione. Dietro il simbolo della maschera si nasconde una macchina ben oliata, in grado di cavalcare ogni crisisanitaria, politica, climatica – per trasformarla in carburante per il malcontento. E chi prova a smascherarli, rischia di finire nel mirino: giornalisti, scienziati, attivisti, semplici utenti, bersagliati da campagne di diffamazione e intimidazione digitale. Perché la protesta, quando si fa sistemica e coordinata, diventa altro. Diventa propaganda.

Eppure, il fascino di V resta intatto. Quel volto beffardo continua ad attirare chi cerca un nemico invisibile contro cui scagliarsi. Ma oggi, forse, dovremmo chiederci se non sia il caso di togliere la maschera e guardare in faccia chi ci sta davvero parlando.

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