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la trattativa

Ex Ilva, tre giorni per decidere tutto: ecco cosa c’è davvero in ballo

Giovedì attesa la Conferenza dei servizi per l’Autorizzazione integrata ambientale. Urso: «Serve chiarezza per rilanciare la gara»

Ex Ilva, tre giorni per decidere tutto: ecco cosa c’è davvero in ballo

Si apre una settimana che potrebbe segnare una svolta decisiva per il futuro dell’ex Ilva di Taranto, il più grande impianto siderurgico d’Europa. Sul tavolo del Governo, in questi giorni, si intrecciano tre partite fondamentali: la gestione dell’occupazione, la trasformazione ambientale e il rilancio industriale dell’impianto. Questa mattina, lunedì 14 luglio, si è aperto al Ministero delle Imprese e del Made in Italy (Mimit) il confronto con i sindacati, incentrato soprattutto sulla cassa integrazione in corso e sulla necessità di garantire un futuro produttivo e occupazionale certo ai lavoratori dello stabilimento. Domani, martedì 15, sarà invece il turno degli enti locali per discutere della possibile collocazione, nel porto della città, di una nave rigassificatrice che dovrebbe alimentare i nuovi impianti a gas previsti nel piano industriale.
Giovedì 17 luglio, infine, è in programma la Conferenza dei servizi presso il ministero dell’Ambiente: è atteso il via libera definitivo alla nuova Autorizzazione integrata ambientale (AIA), passaggio imprescindibile per definire il quadro normativo del futuro assetto produttivo.

Le ipotesi sul tavolo della trattativa sono due, entrambe incentrate su una accelerazione della transizione ecologica.
La prima opzione prevede che a Taranto vengano installati tre forni elettrici, alimentati con ferro preridotto (DRI) prodotto direttamente in loco tramite impianti dedicati, che riceverebbero il gas necessario da una nave rigassificatrice ancorata nel porto. La seconda ipotesi, più flessibile, immagina invece che il preridotto venga prodotto altrove, sempre nel Sud Italia, da Dri Italia, una società creata ad hoc, con vantaggi logistici e di costo legati al rifornimento di gas. In questo scenario, a Taranto resterebbero i tre forni elettrici, ma si farebbe a meno del rigassificatore.

A complicare la situazione c’è soprattutto la questione della nuova gara per l’assegnazione degli asset ex Ilva. Il ministro Adolfo Urso ha chiarito che entro fine luglio sarà adeguata la gara in corso, alla luce delle nuove condizioni tecniche e ambientali. «È fondamentale che in questi giorni ci sia massima chiarezza su tutti i fronti — ha spiegato Urso — perché anche la presenza a Taranto degli impianti per il DRI rappresenta un fattore chiave per attrarre investitori». Il Governo punta infatti a rendere il sito di Taranto un centro competitivo a livello europeo nella produzione di acciaio green, anche per posizionarsi meglio nel mercato europeo.

I sindacati hanno ottenuto dal Governo la possibilità di partecipare attivamente ai tavoli dell’accordo di programma, chiedendo garanzie su continuità occupazionale e sostenibilità del piano industriale. Anche da parte degli enti locali si chiede una maggiore trasparenza e un vero coinvolgimento nella definizione del percorso di riconversione, soprattutto per quanto riguarda la nave rigassificatrice, che solleva dubbi ambientali e paure legate alla sicurezza.

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