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competenze giovanili
15 Luglio 2025 - 17:50
UNESCO-UNEVOC
In occasione del World Youth Skills Day, l’Europa riflette sul futuro delle competenze giovanili, tra buone pratiche, squilibri persistenti e nuove sfide. Secondo Eurostat, nel 2024 il 14,2% dei giovani europei tra i 15 e i 29 anni è fuori da percorsi di istruzione, formazione o lavoro. Un dato in calo rispetto al picco del 2020, ma ancora troppo alto nei Paesi del Sud Europa: l’Italia resta tra i peggiori, superata solo da Grecia e Spagna.
Ma il problema non è solo occupazionale. Le imprese europee lamentano sempre più difficoltà a reperire figure tecniche qualificate. Il 40% delle aziende nel 2024 ha riscontrato carenze di competenze nei settori strategici come automazione, energia rinnovabile, ICT e sanità. A ciò si aggiunge il crescente peso delle soft skills: comunicazione efficace, problem solving e gestione del tempo sono ormai considerate fondamentali da oltre il 70% dei recruiter.
Per affrontare lo squilibrio, l’Unione Europea ha puntato sulla formazione professionale, sostenendo progetti come i Centri di eccellenza e, in Italia, il rafforzamento degli ITS Academy. Un modello che funziona: oltre l’85% dei diplomati ITS trova lavoro entro un anno e spesso in settori coerenti con il percorso di studi intrapreso.
Intanto si fa sempre più urgente colmare il digital gender gap: solo una minoranza di ragazze possiede competenze digitali avanzate, soprattutto nelle aree rurali. Per sviare a questo problema, l’UE ha lanciato l’iniziativa “Women in Digital Skills”, con borse di studio e campagne di sensibilizzazione.
A celebrare il valore delle competenze pratiche ci pensano anche le WorldSkills, le “Olimpiadi dei mestieri”, che quest’anno si sono svolte a Lione. L’Italia ha portato a casa sei medaglie, distinguendosi in meccatronica, cybersecurity e pasticceria. Ma a dominare il medagliere europeo è la Germania, seguita da Francia e Svizzera.
«Investire nelle competenze dei giovani – ha ricordato Ursula von der Leyen – non è solo una priorità educativa, ma una strategia economica per un’Europa più forte e inclusiva». Una sfida che richiede collaborazione tra scuola, imprese e territori.
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