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LA SENTENZA
17 Luglio 2025 - 04:20
Era stata sedata poco prima, agitata in piena notte. Due ore e mezza dopo, alle 3, cadde dalla barella in un reparto dell’ospedale di Ivrea, senza sponde né assistenza. Frattura del femore. Da lì, mesi di convalescenza. Poi, a settembre, la morte. Il tribunale ha ora condannato l’Asl To4 a risarcire 148.486 euro al figlio della paziente, una donna di 92 anni di Vische, deceduta nel settembre 2021. Ma il nesso tra la caduta e la morte non c’è, secondo la sentenza firmata dalla giudice Stefania Frojo. L’azione civile era stata avviata dal figlio della donna, assistito dall’avvocato Giacomo Vassia, che chiedeva quasi un milione di euro: danni biologici, morali e risarcimento per la perdita della madre. La giudice ha accolto solo in parte la richiesta, riconoscendo la responsabilità contrattuale della struttura sanitaria, ma escludendo che la frattura abbia causato il decesso. Nella notte tra l’1 e il 2 marzo 2021, la paziente – definita in consulenza una “grande anziana fragile”, affetta da demenza, deficit visivi e motori – era caduta dal letto, senza sponde di contenimento. Era stata vista per l’ultima volta alle 2.30, sedata per uno stato di agitazione. L’evento, secondo i consulenti nominati dal tribunale, si è verificato in assenza di presidi di sicurezza, nonostante il rischio di caduta fosse ben noto. “Le cadute rappresentano l’evento avverso più comune negli ospedali”, si legge nella perizia, “colpendo soprattutto soggetti fragili”. Il tribunale ha ritenuto che l’Asl non abbia fornito una ricostruzione plausibile della dinamica, né dimostrato di aver adottato misure preventive. Il risarcimento copre il danno biologico permanente (35%), 66 giorni di invalidità temporanea, sofferenze morali e spese mediche documentate. Rigettata la richiesta di personalizzazione del danno. Nessun risarcimento, invece, per il decesso. I periti lo attribuiscono a una “sindrome involutiva senile”, già in corso prima della caduta, e aggravata dal quadro clinico generale. Non c’è, secondo la consulenza, nessun elemento che colleghi la frattura alla morte. L’Asl To4, difesa in giudizio dall’avvocato Paolo Salvini, è stata condannata anche a pagare le spese legali e le consulenze tecniche, per un totale di oltre 17 mila euro.
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