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Caldo: rischio di calcoli e cistite, ecco perché è importante bere acqua

La Società italiana di urologia lancia l'appello: “Idratarsi è salute e bere acqua una scelta di prevenzione”

Caldo: rischio di calcoli e cistite, ecco perché è importante bere acqua

Bere acqua, immagine di repertorio

L’estate porta con sé temperature elevate, e con queste un aumento del rischio di disturbi alle vie urinarie. La Società italiana di urologia lancia un appello chiaro: bere acqua è un gesto semplice ma fondamentale per la salute. Lo ricorda Giuseppe Carrieri, presidente della Siu, alla vigilia della Giornata nazionale dell’urologia che si celebra il 17 luglio.

Carrieri avverte che durante la stagione calda il rischio di disidratazione è elevato, e che una scarsa assunzione di liquidi può facilitare la comparsa di infezioni come la cistite e la formazione di calcoli renali. Al contrario, mantenersi ben idratati consente di rendere le urine meno concentrate, limitando la presenza di batteri nella vescica e favorendo l’eliminazione delle sostanze che potrebbero trasformarsi in calcoli. L’idratazione è importante anche per sostenere la funzionalità della prostata.

Il messaggio scelto quest’anno dalla campagna è chiaro: “Idratarsi è salute e bere acqua una scelta di prevenzione”. Carrieri sottolinea l’importanza di portare questo messaggio in tutte le piazze italiane, spiegando che individuare precocemente una malattia, in particolare se tumorale, significa aumentare le possibilità di curarla con successo. Se invece si attende la comparsa dei sintomi, spesso è troppo tardi per un trattamento realmente efficace.

Il presidente della Siu consiglia agli uomini di sottoporsi a controlli urologici annuali a partire dai 50 anni, accompagnati dal test del Psa, un semplice esame del sangue che permette di monitorare la salute della prostata. La combinazione tra esame e visita specialistica consente di individuare eventuali segnali precoci di tumore prostatico.

Carrieri osserva però che molti italiani rinunciano a questi controlli per motivi economici. Per questa ragione, la Società italiana di urologia si sta impegnando affinché lo screening per il tumore della prostata venga incluso nei livelli essenziali di assistenza. Si tratta, spiega, di una battaglia in nome del diritto alla salute degli uomini dopo i 50 anni, affinché anche loro possano accedere gratuitamente alla prevenzione, come già avviene per altri tipi di tumori come quello al seno, al collo dell’utero e al colon.

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