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Futuro bellico
17 Luglio 2025 - 12:10
Se non è un avvertimento ufficiale, poco ci manca. In un lungo articolo pubblicato dal PLA Daily, organo di stampa dell’Esercito Popolare di Liberazione cinese, si torna a parlare dei robot umanoidi da combattimento. Non per celebrarne i progressi tecnologici, bensì per lanciare un allarme: se impiegati su larga scala senza regolamentazioni adeguate, queste macchine da guerra potrebbero provocare “uccisioni indiscriminate” e “morti accidentali”, esponendo i Paesi utilizzatori a “condanne morali e accuse legali”.
Il documento, firmato dagli autori Yuan Yi, Ma Ye e Yue Shiguang, richiama direttamente le celebri Tre Leggi della Robotica di Isaac Asimov, osservando che l’impiego militare degli umanoidi violerebbe la prima legge, ovvero il divieto di nuocere all’uomo. Secondo il PLA Daily, in ambito bellico è imprescindibile che questi sistemi rispettino i principi fondamentali del diritto internazionale umanitario: obbedienza, rispetto e protezione della vita umana.
I robot umanoidi – sottolineano gli autori – devono essere in grado di limitare l’uso eccessivo della forza e sospendere gli attacchi se le condizioni lo richiedono. Pur vantando una struttura meccanica avanzata e una notevole capacità di utilizzo di macchinari complessi, questi “soldati sintetici” presentano ancora limiti tecnici, tra cui velocità, adattabilità e costi elevati.
Il monito arriva in un contesto di crescente entusiasmo tecnologico. Già a maggio lo stesso giornale elogiava le capacità “intelligenti e autonome” dei robot da guerra, capaci di analizzare il campo di battaglia e completare missioni senza intervento umano, grazie ad algoritmi evoluti di intelligenza artificiale. Un passo in avanti, certo, ma anche una spada di Damocle. La Cina, che sta investendo pesantemente in robotica avanzata, ha visto negli ultimi mesi l’introduzione sul mercato di modelli sempre più sofisticati, capaci di muoversi agilmente e svolgere compiti complessi. Pechino punta apertamente alla leadership globale nel settore, ma il tono dell’articolo pubblicato sul PLA Daily suggerisce un’inquietudine crescente.
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