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Cronaca

Caso Garlasco, la svolta del Dna: "Ignoto 3" non è contaminazione recente

Secondo la perita del gip, il profilo trovato nella bocca di Chiara Poggi è completo e autentico. Ma restano dubbi sulla garza usata in autopsia

Caso Garlasco, la svolta del Dna: "Ignoto 3" non è contaminazione recente

Chiara Poggi

Una nuova perizia sul delitto di Garlasco riaccende l’attenzione su un elemento chiave dell’inchiesta: il profilo genetico denominato “Ignoto 3”, rilevato all’interno della bocca di Chiara Poggi. Secondo la genetista Denise Albani, nominata dal giudice per le indagini preliminari Daniela Garlaschelli, non ci sono prove di una contaminazione recente da parte degli operatori che hanno maneggiato la garza su cui fu raccolto il materiale biologico nel 2007.

Il profilo risulta completo, con 22 marcatori genetici e una quantità di Dna elevata, giudicata incompatibile con una semplice traccia accidentale. Nessuna corrispondenza, finora, con le persone che hanno avuto accesso ai reperti nelle ultime settimane.

Tuttavia, i dubbi non si spengono. I consulenti della famiglia Poggi continuano a sollevare l’ipotesi di una contaminazione avvenuta durante l’autopsia, forse a causa di strumenti non sterilizzati o garze già usate. La genetista Marina Baldi, intervenuta in un programma televisivo, ha dichiarato che un tampone non sterile potrebbe conservare Dna residuo da altri cadaveri o da chi ha manipolato il materiale.

Il profilo “Ignoto 3” è stato rinvenuto in due punti distinti dello stesso tampone orale, ma la quantità e la coerenza dei dati rendono improbabile un errore tecnico, secondo la Procura. Per chiarire ogni dubbio, è stata avviata la raccolta di campioni da oltre trenta persone che, all’epoca dei fatti, entrarono in contatto con il corpo della vittima.

Nel frattempo, tornano alla ribalta alcune dichiarazioni di Andrea Sempio, che aveva già attirato l’attenzione della Procura in passato. Ospite della trasmissione “Quarto Grado”, ha rievocato l’interrogatorio del 2008, parlando di febbre alta e di un malore in caserma, episodi non menzionati nei verbali ufficiali. Ha inoltre confermato che fu autorizzato a rientrare a casa per recuperare uno scontrino utile al proprio alibi, circostanza che contraddice precedenti affermazioni pubbliche dello stesso Sempio.

L’indagine si muove dunque su un doppio binario: da un lato, l’accertamento delle possibili contaminazioni; dall’altro, la ricerca dell’identità dell’autore del profilo genetico. La Procura non esclude che “Ignoto 3” possa essere un complice dell’assassino, o addirittura l’autore materiale del delitto.

In un momento così delicato, il procuratore di Pavia, Fabio Napoleone, ha invitato alla cautela, criticando duramente le dichiarazioni mediatiche di opinionisti e consulenti non ufficiali. “In assenza di comunicati istituzionali – ha scritto – ogni interpretazione alimenta solo confusione e polemiche infondate”.

L’appuntamento ora è per il 23 luglio, quando il tribunale affiderà a Domenico Marchigiani il compito di esaminare le impronte rilevate sugli oggetti sequestrati nel 2007. Un’udienza attesa, in una vicenda che continua a non trovare un epilogo definitivo.

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