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medicina
22 Luglio 2025 - 21:20
C’è un volto poco conosciuto della sanità pubblica, ma fondamentale per il futuro delle cure: è quello della ricerca clinica, che consente di testare nuovi farmaci e valutare percorsi diagnostico-terapeutici più efficaci. All’Asl di Novara, questa attività è una realtà ben consolidata, che nel 2024 ha coinvolto oltre 700 pazienti in diversi studi.
In ambito oncologico, l’Asl ha presentato tre richieste per l’utilizzo di farmaci innovativi all’interno di protocolli clinici autorizzati. Si tratta di molecole usate in trattamenti avanzati:
Tutti farmaci sperimentali che potrebbero migliorare le prospettive di cura per alcuni tipi di tumore.
Ma la ricerca non si ferma al cancro. Sono stati attivati sei studi osservazionali non a scopo di lucro, che hanno coinvolto diverse strutture dell’Asl: dalla cardiologia alla pediatria, dalla neurologia alla psichiatria, fino alla rianimazione. Lo studio più ampio è PIEMONITORAB, che monitora la diffusione di un virus respiratorio tra i neonati: ben 567 i casi esaminati, grazie al lavoro del Servizio Igiene e Sanità Pubblica (SISP) e del reparto di Pediatria.
Un altro studio significativo, chiamato IDEALI, analizza i fattori legati a casi di depressione e tentativi di suicidio: ha coinvolto 108 pazienti in collaborazione con il Servizio Psichiatrico.
Ci sono poi ricerche che esplorano nuove tecniche mediche. Lo studio NOL INDEX and SEDATION, ad esempio, valuta un nuovo sistema per misurare il dolore in pazienti sedati durante piccoli interventi: è portato avanti dal reparto di Anestesia e Rianimazione diretto dal dottor Davide Colombo.
Anche il reparto di cardiologia è in prima linea con EYE-SHOT2, uno studio sulla terapia antitrombotica nelle sindromi coronariche acute. L’allergologia lavora invece su una malattia rara, l’angioedema ereditario, con lo studio ITACA. Infine, DELIRA, coordinato da Romina Matella della Neurologia, indaga l’incidenza del delirium nei reparti ospedalieri, analizzando il ruolo del personale infermieristico.
Tutte queste attività dimostrano che la ricerca è parte integrante della cura, anche in un ospedale di provincia. «Fare ricerca significa offrire ai pazienti terapie più moderne e personalizzate, migliorare i percorsi di diagnosi e trattamento, e rendere la sanità pubblica più efficace e innovativa», sottolineano i professionisti dell’Asl.
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