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Le dichiarazioni
22 Luglio 2025 - 22:45
«Sulla morte dell’orsa F36, la Giustizia farà finalmente il suo corso». Con queste parole, Michela Vittoria Brambilla, presidente dell’Intergruppo parlamentare per i Diritti degli Animali e la Tutela dell’Ambiente e della LEIDAA, interviene su una vicenda che ha scosso ambientalisti e cittadini. L’orsa, ritrovata morta con segni evidenti di colpi di arma da fuoco, sarebbe stata vittima – secondo Brambilla – di un clima ostile verso i plantigradi alimentato a livello politico.
La deputata ricorda che il compianto dottor Rainer Schneider, esperto e perito per LEIDAA, partecipò all’autopsia della carcassa dell’orsa F36, evidenziando «segni inequivocabili di numerosi colpi di fucile alle spalle». Proprio grazie a quella relazione, l’associazione ha presentato opposizione all’archiviazione del caso, chiedendo al gip di imporre al pubblico ministero la formulazione dell’imputazione coatta nei confronti di due cacciatori già indagati.
«F36 non tornerà in vita – osserva Brambilla – ma dal 1° luglio è in vigore la nuova legge sui reati contro gli animali, una riforma epocale che introduce la tutela diretta degli animali nel diritto penale italiano». Una novità che, secondo la deputata, rafforza la protezione legale anche per gli orsi, riconosciuti come specie protetta.
Brambilla punta il dito contro la giunta trentina guidata da Maurizio Fugatti, accusandola di aver creato un clima d’odio verso gli orsi per distogliere l’attenzione dalle proprie responsabilità nella gestione faunistica. La deputata fa anche riferimento al controverso trasferimento in Germania dell’orsa JJ4, definito «il simbolo del fallimento di un’intera classe dirigente». «Chi medita vendette private contro i grandi carnivori – avverte Brambilla – sappia che la nuova legge non lascia più margini: le autorità non potranno ignorare questi atti e dovranno perseguirli come previsto dal nuovo ordinamento penale».
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