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La riforma
23 Luglio 2025 - 16:55
Giornata storica per il diritto penale italiano: con 161 voti favorevoli e nessun contrario, il Senato ha approvato all’unanimità il disegno di legge sul femminicidio, trasformandolo in una fattispecie autonoma di reato, distinta dall’omicidio volontario. Il nuovo articolo 577-bis del codice penale sancirà il riconoscimento giuridico della specificità del delitto che colpisce una donna “in quanto donna”, attribuendogli il carattere strutturale e sistemico della violenza di genere.
Il ddl prevede l’ergastolo come pena base per il femminicidio, rafforzando così la risposta dello Stato nei confronti di un fenomeno che, finora, veniva inquadrato solo come omicidio aggravato da motivi abietti o futili. Il testo, varato in Consiglio dei ministri l’8 marzo scorso, amplia inoltre le aggravanti per reati come maltrattamenti, stalking, violenza sessuale e revenge porn, prevedendo un significativo inasprimento delle pene.
In Aula, il momento dell’approvazione è stato salutato da un lungo applauso bipartisan. Il presidente del Senato Ignazio La Russa ha sottolineato: “Questo voto dimostra che su temi fondamentali come la lotta alla violenza di genere, il Parlamento sa essere unito, oltre le appartenenze politiche”.
Anche la ministra per la Famiglia, Natalità e Pari Opportunità Eugenia Roccella ha voluto evidenziare la portata del provvedimento: “Abbiamo scritto una pagina importante. Dare un nome al femminicidio, definirlo come reato autonomo, è fondamentale per riconoscere il peso culturale e sociale della violenza sulle donne. Le leggi non solo regolano la giustizia, ma formano la cultura di una nazione”.
Il testo dovrà ora essere esaminato dalla Camera dei Deputati, dove si prevede un iter rapido vista la larga convergenza politica già registrata. Se approvato senza modifiche, il ddl entrerà in vigore a breve, segnando una svolta giuridica e simbolica nella lotta contro il femminicidio.
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