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IL CASO

Strage di Brandizzo, chiusa l’inchiesta: cade l’accusa più grave, quella di omicidio volontario

Quella notte morirono 5 operai. Le vittime si chiamavano Kevin Laganà, Michael Zanera, Giuseppe Sorvillo, Giuseppe Lombardo e Giuseppe Aversa

Strage di Brandizzo, chiusa l’inchiesta: cade l’accusa più grave, quella di omicidio volontario

È arrivata a una svolta l’inchiesta della Procura di Ivrea sulla strage ferroviaria di Brandizzo: con la chiusura delle indagini preliminari, l’accusa iniziale di omicidio volontario con dolo eventuale è stata derubricata a omicidio colposo. Resta in piedi il reato di disastro ferroviario colposo. Gli indagati sono 24: 21 persone fisiche e 3 società. Tra loro figura anche Gianpiero Strisciuglio, ex amministratore delegato di Rete Ferroviaria Italiana, il cui nome non era inizialmente presente nel registro degli indagati. L’indagine è condotta dal procuratore capo Gabriella Viglione, insieme alle pm Valentina Bossi e Giulia Nicodemi. A finire sotto inchiesta, oltre a dirigenti e tecnici, anche le tre società coinvolte nella gestione dell’appalto: Rfi, committente dei lavori; Sigifer, ditta per cui lavoravano le vittime; e Clf, con sede a Bologna. Con la notifica della chiusura indagini, gli indagati hanno ora venti giorni di tempo per depositare memorie difensive o chiedere di essere interrogati. La Procura valuterà successivamente la richiesta di rinvio a giudizio. L’incidente risale alla notte tra il 30 e il 31 agosto 2023, lungo i binari della linea Torino-Milano, all’altezza della stazione di Brandizzo. Un treno regionale partito da Alessandria e diretto a Torino, in servizio per operazioni logistiche, travolse cinque operai impegnati in un intervento di manutenzione programmata. Nessuno li aveva avvertiti dell’arrivo del convoglio. Le vittime si chiamavano Kevin Laganà, Michael Zanera, Giuseppe Sorvillo, Giuseppe Lombardo e Giuseppe Aversa. Tutti dipendenti della Sigifer di Borgo Vercelli. Abitavano tra Vercelli, Brandizzo, Chivasso e Borgo d’Ale. Kevin Laganà era il più giovane: 22 anni, originario di Messina, viveva a Vercelli e lavorava per la Sigifer dal 2019, subito dopo aver terminato gli studi. «Buono, solare, pronto a farsi in quattro per tutti», lo ricordano gli amici. Michael Zanera, 34 anni, anche lui di Vercelli, aveva pubblicato poche ore prima dell’incidente un post su TikTok, diventato simbolo della tragedia: «È la prima volta che mi succede, mentre saldo la rotaia mi è uscito il crocifisso. Dio mi vuole dire qualcosa sicuramente, nonostante lo richiamo tutti i giorni ultimamente, perché non è un bel periodo per me». Giuseppe Sorvillo, 43 anni, abitava a Brandizzo. Giuseppe Lombardo, 53 anni, era di Vercelli. Giuseppe Aversa, 49, di Borgo d’Ale. Operai con anni di esperienza alle spalle, in servizio quella notte su un tratto di linea dove, secondo quanto accertato, mancò il via libera formale all’intervento. All’incidente sopravvissero altri quattro lavoratori: due operai, di 44 e 52 anni, tra cui il capocantiere, e due macchinisti, di 30 e 51 anni, impegnati nella movimentazione della locomotrice. Il 12 settembre 2023, anche la Commissione parlamentare d’inchiesta sulle condizioni di lavoro in Italia aveva presentato alla Camera una relazione, firmata dalla presidente Chiara Gribaudo, in cui l’errore umano veniva indicato come causa principale dell’incidente. Ma in un contesto aggravato da carichi eccessivi, tempi ristretti e procedure burocratiche complesse.

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