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Salute

West Nile: ecco perché la malattia che sta terrorizzando l'Italia si chiama così

West Nile: ecco perché la malattia che sta terrorizzando l'Italia si chiama così

Il virus West Nile è tornato a far parlare di sé. Dopo i recenti casi segnalati in Piemonte, dove è stato colpito un uomo di Santena, e due vittime nel Lazio e un cavallo infetto nel Catanese, cresce l’allerta sanitaria in diverse regioni italiane. Ma da dove deriva il nome della malattia?

La malattia di West Nile, nota anche come West Nile Disease (WND), prende il nome dal distretto ugandese di West Nile, dove il virus venne isolato per la prima volta nel 1937 nel sangue di una donna che presentava una sintomatologia febbrile. Da quel momento, il virus ha iniziato a circolare in modo endemico in alcune aree africane per poi diffondersi gradualmente in altre parti del mondo.

Attualmente il West Nile Virus è largamente diffuso in Africa, Medio Oriente, Asia occidentale, Nord e Sud America. In Europa, i primi casi furono segnalati già nel 1958, ma è solo negli ultimi decenni che il virus è riuscito a stabilirsi con maggiore frequenza in Paesi mediterranei come Italia, Grecia, Spagna e Francia, complici i cambiamenti climatici e l’aumento della mobilità di animali e persone. Oggi, il WNV è considerato un patogeno emergente anche in ambito europeo, con picchi di diffusione stagionali che si concentrano tra la fine della primavera e l’inizio dell’autunno, in coincidenza con il periodo di maggiore attività delle zanzare.

Il West Nile Virus appartiene alla famiglia dei Flaviviridae, la stessa del virus della dengue e della febbre gialla. Viene trasmesso all’uomo e ad altri animali attraverso la puntura di zanzare infette, in particolare quelle del genere Culex, molto diffuse anche in Italia e spesso presenti in ambienti rurali o urbani con acqua stagnante. Le zanzare si infettano pungendo uccelli selvatici, che costituiscono il serbatoio naturale del virus. In alcuni casi, anche cavalli, cani, gatti, rettili e anfibi possono contrarre l’infezione, sebbene gli esseri umani e molti mammiferi vengano considerati ospiti terminali, cioè incapaci di trasmettere il virus ad altri attraverso il sangue.

Alla luce di tutto ciò, la prevenzione del West Nile Virus dipende fortemente dalla lotta alle zanzare e dalla riduzione delle occasioni di puntura, soprattutto nelle ore serali e notturne, quando questi insetti sono più attivi.

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