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il sondaggio sull'AI

L’Italia non capisce l’intelligenza artificiale e scivola in fondo alla classifica globale

Solo un italiano su due sa cos’è l’IA. Il nostro Paese è penultimo su 30, dietro anche a molte economie emergenti

L’Italia non capisce l’intelligenza artificiale e scivola in fondo alla classifica globale

Un recente sondaggio condotto da Legacoop e Ipsos nell’ambito del report FragilItalia – Intelligenza artificiale e ruolo della tecnologia ha evidenziato un dato allarmante: solo il 50% degli italiani dichiara di avere una buona comprensione dell’intelligenza artificiale. È un valore che colloca l’Italia al penultimo posto tra 30 Paesi analizzati nei cinque continenti, davanti solo al Giappone, che si ferma al 41%. La media globale si attesta invece al 67%, segnando un divario di 17 punti percentuali rispetto al nostro Paese.
L’indagine, realizzata tra il 21 marzo e il 5 aprile su un campione di oltre 23.000 cittadini sotto i 75 anni, mette in luce un ritardo culturale e informativo significativo dell’Italia nel campo dell’IA. Si tratta di un segnale preoccupante, in un contesto globale in cui l’intelligenza artificiale sta rapidamente ridisegnando il lavoro, la formazione, l’informazione e le relazioni sociali.

Alcuni indicatori offrono però un quadro meno negativo. Gli italiani mostrano una maggiore familiarità con prodotti e servizi basati su IA: il 46% dichiara di conoscerli, posizionandosi a metà classifica globale, con soli 6 punti di differenza dalla media (52%).

Anche l’opinione generale sull’impatto dell’intelligenza artificiale è relativamente positiva:

  • Il 53% degli italiani ritiene che porti più vantaggi che svantaggi (media globale: 56%)

  • Il 49% si dichiara entusiasta delle sue potenzialità (contro il 52% della media)

  • Il 44% invece afferma di sentirsi ansioso o preoccupato, una quota inferiore alla media globale (53%)

Secondo Simone Gamberini, presidente di Legacoop, l’Italia è nel pieno di una “rivoluzione silenziosa ma vorticosa”, ma sconta una mancanza di strumenti culturali e formativi per affrontarla. Se non si interviene rapidamente, una parte della popolazione rischia di restare esclusa dai benefici del progresso tecnologico. Per affrontare questa sfida, Gamberini propone un patto tra istituzioni, imprese, lavoratori e cittadini, basato su:

  • Formazione e aggiornamento delle competenze

  • Politiche pubbliche per gestire l’adozione dell’IA

  • Tutela dei diritti, della privacy e dell’occupazione

Il mondo cooperativo, afferma, è già impegnato in questa direzione, con investimenti concreti sulla formazione e il trasferimento dell’innovazione alle imprese. Il vero rischio, avverte, non è la tecnologia in sé, ma l’ignoranza che può circondarla, trasformando un’occasione di progresso in una nuova forma di esclusione.

Per chi vuole approfondire, il report FragilItalia è disponibile online, e rappresenta uno strumento utile per comprendere le dinamiche in corso.

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