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Forte terremoto al largo della Kamchatka: onde di tsunami si propagano nel Pacifico, evacuazioni in corso

Il sisma di magnitudo 8.8 ha scatenato allerta tsunami in diverse regioni, con prime onde arrivate alle Hawaii, Russia e California; i sistemi di monitoraggio tengono sotto controllo la situazione in tempo reale

Terremoto magnitudo 8.8 in Kamchatka (Russia) e allerta tsunami sulle coste del Pacifico

Kamchatka

Nella serata alle Hawaii (circa le 19:30 locali, le 7:30 in Italia) sono arrivate le prime onde anomale generate dal forte terremoto con epicentro al largo della penisola della Kamchatka, Russia. Le onde hanno raggiunto un’altezza di circa un metro e mezzo, con aspettative che possano arrivare fino a tre metri. Il governatore delle Hawaii ha dichiarato lo stato di emergenza e ordinato l’evacuazione delle zone costiere; per ora non si registrano danni significativi. Tuttavia, alcune strade e parcheggi sono stati temporaneamente allagati. I voli da e per l’aeroporto di Kahului a Maui sono stati cancellati, mentre quello di Honolulu ha ripreso le attività dopo una breve interruzione.

Video e segnalazioni mostrano l’arrivo delle onde anche in altre zone del Pacifico, come il porto di Kuji in Giappone e le isole Curili, al largo della Kamchatka, dove l’acqua ha inondato il porto e un’industria ittica, costringendo all’evacuazione dei circa 2.400 residenti di Severo-Kurilsk. A Petropavlovsk-Kamchatsky, vicino all’epicentro, un asilo è stato danneggiato ma fortunatamente era vuoto.

Con una magnitudo preliminare di 8.8, il terremoto è tra i più potenti mai registrati nel XXI secolo, liberando un’energia enorme che ha causato l’allarme tsunami in numerosi paesi affacciati sul Pacifico. L’allerta interessa specifiche aree costiere o isole, come le Galapagos per l’Ecuador, ma anche molte regioni del Giappone e degli Stati Uniti occidentali.
Particolare attenzione è riservata alla centrale nucleare di Fukushima, dove il personale è stato evacuato per precauzione e sospeso il rilascio di acqua di raffreddamento nell’oceano, considerata la fragilità ancora presente dopo il disastro del 2011.
Nella notte, la difficoltà a monitorare e intervenire tempestivamente è aumentata a causa del buio nelle zone più remote e sull’intero Pacifico orientale, compresi Stati Uniti, Alaska, Hawaii e America Latina.

Alle Hawaii, il Pacific Tsunami Warning Center ha ridotto il livello di allarme da rosso a arancione, confermando che il peggio è passato, anche se persisteranno correnti e onde anomale. Gli evacuati hanno potuto tornare a casa, ma restano raccomandazioni di cautela sulle coste.
In California, le prime onde sono arrivate al nord, con la città di Crescent City particolarmente esposta a potenziali impatti a causa della conformazione della costa e del fondale.

Nella Polinesia francese, le isole Marchesi – Ua Huka, Nuku Hiva e Hiva Oa – potrebbero essere raggiunte da onde tsunami alte fino a quattro metri. Per precauzione, i soldati francesi di base nel territorio sono stati mobilitati per eventuali interventi di emergenza. In Colombia, le autorità hanno lanciato un’allerta tsunami per le province costiere di Chocó e Nariño, invitando a evitare le spiagge e a evacuare le zone a rischio, mentre per le province vicine di Cauca e Valle del Cauca è stato emesso un semplice avviso.

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