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Il caso

Accumulo di animali, il boom in Piemonte «Serve cultura e prevenzione»

Fenomeno in crescita e di cui ancora si parla poco. Case fatiscenti piene di animali. Ma non è solo maltrattamento

Accumulo di animali, il boom in Piemonte «Serve prevenzione»

C’è un confine sottile, quasi invisibile, tra la cura e l’abbandono. Si chiama animal hoarding. L’accumulo compulsivo di animali nasce spesso da un intento che potrebbe persino sembrare nobile — salvare, accudire, proteggere — ma si trasforma rapidamente in un incubo, per chi lo vive e, soprattutto, per gli animali.

Chi ne soffre raccoglie cani, gatti, uccelli, rettili, roditori. A decine. Spesso in appartamenti fatiscenti, dove l’odore di ammoniaca precede ogni parola e la sporcizia diventa compagna quotidiana.

Gli animali, intrappolati in gabbie o lasciati liberi in spazi saturi e malsani, finiscono per vivere — o sopravvivere — in condizioni che nulla hanno a che vedere con il concetto di benessere. Lo sanno bene i carabinieri del Nucleo CITES, sempre più spesso impegnati in operazioni complesse per sottrarre animali a queste realtà invisibili. A luglio, un intervento ha portato al sequestro di 43 animali da un appartamento del centro di Torino ridotto a discarica: 38 pappagalli, un drago barbuto, due tartarughe d’acqua, un cane e un gatto. A giugno, 13 tartarughe di terra trovate in casa. Qualche mese prima, a Chivasso, oltre 110 cani trovati in gabbia. Non sono casi isolati, ma la punta di un iceberg difficile da misurare. Perché il mercato degli animali “minori” è ancora deregolamentato, poco monitorato.

Un criceto si compra con meno del costo di due pacchetti di sigarette: tra i 10 e i 12 euro. Nessuno, però, viene a controllare che fine faccia. E in molti negozi si specifica: «Non li riprendiamo indietro, nel caso aveste problemi». Un lavoro culturale profondo è ciò che chiede Fiodor Verzola, assessore alla Tutela degli Animali a Nichelino e ideatore del Daspo cinofilo. È stato tra i primi ad affrontare il fenomeno dell’animal hoarding anche da amministratore locale, seguendo in prima persona due casi gravi sul territorio: uno in cui 43 gatti erano rinchiusi in un appartamento e un altro con dieci cani di grossa taglia - tra cui Dogo, Pastore Tedesco e Corso - lasciati in condizioni di semi abbandono e incompatibili tra loro.

Fiodor Verzola

«Il Daspo che ho voluto non riguarda solo i cani, ma tutti gli animali - spiega Verzola - compresi quelli esotici. Quello che manca, oggi, è la cultura dell’animale oltre la leva emotiva. Non possiamo continuare ad agire solo quando il problema esplode. Servono investimenti strutturati nella prevenzione, ma soprattutto nella consapevolezza. Il rischio è che le persone, pur convinte di fare il bene degli animali, finiscano per farli soffrire».

A porre l’accento anche sulla dimensione sanitaria del fenomeno è Sarah Disabato (M5S), consigliera regionale impegnata da tempo sul fronte del benessere animale e della salute psicologica delle persone. «Serve approfondimento per comprendere i numeri. È importante analizzare il fenomeno in Commissione Sanità, per affrontare insieme la tutela degli animali e la presa in carico delle persone che soffrono di disturbi come l’animal hoarding. Non basta togliere gli animali a chi accumula: senza un supporto, il comportamento si ripete. Serve un approccio multidisciplinare e una formazione dedicata per i professionisti del settore socio-sanitario».

Sarah Disabato

Poi una nota diretta al presidente della Regione: «Lo diciamo da sempre. Per la tutela e il benessere degli animali - afferma - servono maggiori risorse. È un tema importante e lo sa anche Alberto Cirio che ha deciso di tenersi la delega, evitando di assegnarla ad un altro membro della Giunta. A prescindere dal posizionamento politico, sarò sempre disponibile a collaborare, come ho fatto di recente per la legge sulla tutela e il benessere degli animali, il riconoscimento dei santuari e il sostegno dei Cras».

Anna Vadalà

Ferma condanna sul fenomeno da parte di Anna Vadalà, coordinatrice del Dipartimento Tutela e Benessere Animale della Lega per la provincia di Torino: «La semplicità con cui è possibile procurarsi animali – spesso anche tramite canali informali – favorisce questa deriva. Nessuna tolleranza è ammissibile di fronte a situazioni in cui la vita e la dignità degli animali vengono calpestate».

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