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Il caso
06 Agosto 2025 - 09:14
«E buttati» sbotta un uomo dal balcone davanti. Via Filadelfia. Urla da sotto. Alcuni commentavano, altri filmavano. Qualcuno rideva. Una coppia, seduta su un gradino, mangiava patatine al formaggio.
Un uomo, invece, stava sopra. Il protagonista di questo episodio che potrebbe essere frutto degli autori di Black Mirror. Rumeno, 40 anni, un pantalone acetato di una vecchia tuta, una maglia nera. Arrampicato sulle vele dello stadio Filadelfia. Alterato, da subito. Si è scolato una bottiglia appena arrivato su.
Scalzo, con un cappio stretto al collo, in bilico su una trave.
Sette ore appeso a un’idea, mentre la città lo guardava, lo filmava, lo scherniva.
«Se voleva farlo già si era buttato. Fa solo perdere tempo». A chi? «Ho la batteria scarica, speriamo finisca in fretta».
Quel gesto non sembrava frutto dell’impulsività. Organizzato. L’uomo infatti aveva portato con sé una borsa nera, piena di bottiglie. Chiamava il nome di una donna – Ana, la ex compagna – e lo ripeteva come un mantra.
Voleva farla finita perchè la sua vita «è uno schifo, la mia fidanzata mi ha lasciato non vuole parlarmi, il lavoro va male».
A tratti parlava con la mediatrice della polizia, che per ore ha tenuto il contatto dagli spalti, poi ricominciava a gridare. E dopo si risedeva, la testa tra le mani. Un pianto, poi in piedi, la rabbia. Batteva sul ferro della balaustra.
Le urla, ancora. Il nome di Ana, ancora.
Giù in strada, la scena era un’altra. Gente assiepata lungo i marciapiedi, qualcuno in bici, altri appoggiati ai muri con lo smartphone in mano. Qualcuno ha detto «si butta», un altro ha risposto «solo scena, non lo fa». C’era chi passava e restava, chi scattava una foto e andava via. Dai balconi, commenti di ogni tipo.
Un ragazzino che non avrà avuto più di 15 anni ha chiesto a un amico di fargli una foto «si ma falla con il disperato sullo sfondo».
Era lì dalle 9 del mattino ed è stata una bambina che passeggiava con la nonna ad accorgersene. Alle quattro del pomeriggio ha tentato davvero di farlo.
Con il cappio al collo si è lanciato nel vuoto. E’ successo quando i vigili del fuoco volevano raggiungerlo con la scusa di portargli dell’acqua: appena ha visto salire la piattaforma dei pompieri, ha tirato loro addosso una bottiglia e una scarpa. Poi, si è gettato. Solo in quell’attimo la gente ha smesso di parlare. I vigili del fuoco lo hanno raggiunto, hanno tagliato quel cappio che lo ancorava alla vela, lo hanno portato a terra. I soccorsi, immediati. La barella. l’ossigeno.
Le sirene, l’ambulanza.
«E’ vivo, e se la caverà». Lo show è finito e ognuno torna alla sua vita.
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