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Botulino: perché l'Italia è tra i paesi con più casi in Europa?

L'elevato numero di casi di intossicazione alimentare legato alla tradizione conserviera e ad altri fattori geografici e demografici

Botulino: perché l'Italia è tra i paesi con più casi in Europa?

L'Italia si colloca tra i Paesi europei con il più alto numero di casi di intossicazioni da botulino. Questo fenomeno, che solleva preoccupazione, è stato oggetto di studio da parte dell'Istituto Superiore di Sanità (ISS), il quale ha monitorato l'evoluzione dei casi nel periodo tra il 2001 e il 2020. Le statistiche raccolte offrono un quadro interessante, ma anche alcune spiegazioni sul perché il nostro Paese sia così esposto a questo rischio.

Nel corso di due decenni, il sistema di sorveglianza nazionale ha registrato 1.039 segnalazioni di casi sospetti di botulismo, con 452 di questi confermati in laboratorio. Tra i casi confermati, una grande parte (circa il 91%) è stata associata a botulismo alimentare, mentre il 8% riguardava il botulismo infantile e l'1% il botulismo da ferita. Il tasso di mortalità è stato piuttosto contenuto, con 14 decessi in totale e un tasso di letalità medio del 3,1%, in calo rispetto ai tassi precedenti (3,8% nel periodo 2001-2011 e 2,6% nel periodo 2012-2020). Ogni anno, in media, si registrano circa 52 segnalazioni, con una conferma di laboratorio che arriva a 22.

Tuttavia, non sempre l'andamento delle segnalazioni coincide con quello dei casi confermati. Alcuni anni, come il 2004 e il 2013, hanno visto un picco di segnalazioni che non si è tradotto in un aumento proporzionale dei casi verificati. Questo mette in evidenza che non tutte le segnalazioni hanno una base scientifica solida, ma può anche suggerire una certa variabilità nella risposta del sistema di sorveglianza.

Una delle ragioni principali di questa alta incidenza del botulismo in Italia risiede nella tradizione conserviera ancora molto radicata nel Paese. L’Italia è famosa per i suoi metodi tradizionali di conservazione degli alimenti, che sono stati tramandati per generazioni. Questa pratica, che un tempo ha permesso la conservazione domestica dei cibi, potrebbe essere alla base della diffusione del botulismo. Già nei primi anni del Novecento, l’introduzione delle tecniche di conservazione domestica ha portato ad un incremento dei casi di botulismo, spingendo le autorità dell’epoca a sviluppare studi avanzati sulla termo-batteriologia e la tecnologia alimentare. Questi studi hanno, in parte, contribuito a migliorare la sicurezza nell'industria conserviera, ma la tradizione persiste, e con essa il rischio.

Dal punto di vista geografico, alcune regioni italiane sono più colpite di altre. La Basilicata e il Molise hanno registrato i tassi più elevati, rispettivamente 1,36 e 1,17 casi per milione di abitanti. Tra il 2001 e il 2020, c'è stato un incremento dell’incidenza in 14 Regioni, mentre 5 hanno visto una diminuzione. Solo in Abruzzo si è mantenuta una stabilità nel tasso di incidenza.

Anche le caratteristiche demografiche sembrano avere un ruolo. I casi di botulismo si verificano principalmente tra la popolazione maschile e nella fascia di età 25-64 anni. Questo dato è interessante, soprattutto se si considera che, nel periodo osservato, la distribuzione della popolazione italiana per fasce di età non ha subito cambiamenti significativi. Il fatto che siano aumentati i casi nella fascia di età 25-64 anni tra il 2012 e il 2020, rispetto al decennio precedente, suggerisce che ci possano essere fattori specifici legati a questo gruppo demografico che meritano ulteriori approfondimenti.

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