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Claire's il rivenditore di gioielli, presenta istanza di fallimento per la seconda volta

Anche in Italia, il destino del negozio è già segnato

Claire's il rivenditore di gioielli, presenta istanza di fallimento per la seconda volta

All'inizio di questo mese, il rivenditore statunitense di gioielli e accessori Claire’s ha presentato istanza di protezione dal fallimento negli Stati Uniti, segnando il suo secondo ricorso dopo quello del 2018. Il nuovo piano prevede la chiusura di centinaia di punti vendita e la ricerca di un acquirente per circa 800 negozi ancora operativi.

Secondo i documenti depositati presso il tribunale fallimentare del Delaware, l’azienda ha un debito di 690 milioni di dollari e negli ultimi anni è stata penalizzata da concorrenza crescente, alti costi di affitto e nuove tariffe sulle importazioni da paesi come Cina, Thailandia e Vietnam.

Claire’s, sostenuta da Elliott Management e Monarch Alternative Capital, gestisce oltre 2.300 punti vendita in 17 paesi tra Nord America ed Europa, compresi:

  • i negozi Claire’s,

  • 210 corner all’interno di Walmart,

  • 120 punti vendita a marchio Icing,

  • e circa 9.000 chioschi in concessione nei centri commerciali.

La società ha avviato trattative con potenziali acquirenti, ma non ha ancora trovato un compratore in grado di garantire la continuità delle attività. Se la vendita non sarà finalizzata rapidamente, tutti i negozi potrebbero chiudere.

Fondata nel 1961 a Chicago, Claire’s è conosciuta per la vendita di collane, bracciali, accessori e per i fori alle orecchie: dal 1978, afferma di averne effettuati oltre 100 milioni.

Il primo ricorso al Chapter 11 risale a marzo 2018, con un successivo periodo di stabilità fino alla pandemia di COVID-19. Negli ultimi anni, le performance sono peggiorate a causa della concorrenza di rivenditori online come SHEIN e di catene specializzate nella foratura delle orecchie, come Lovisa, Rowan e Studs.

La riduzione degli acquisti nei centri commerciali ha colpito duramente l’azienda, la cui clientela è composta soprattutto da ragazze e adolescenti accompagnate dai genitori. Inoltre, le tariffe imposte dall’ex presidente Donald Trump sulle importazioni dalla Cina e da altri paesi asiatici hanno fatto lievitare i costi di approvvigionamento di oltre 30 milioni di dollari da aprile 2025, considerando che oltre il 56% dei gioielli proviene dalla Cina.

Claire’s aveva tentato senza successo la quotazione in borsa due volte: nel 2013 e nuovamente alla fine del 2021. Ha poi ritirato ufficialmente i piani di IPO nel giugno 2023, secondo quanto comunicato alla Securities and Exchange Commission.

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