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Il fatto
14 Agosto 2025 - 18:10
Foto di repertorio
Dal 18 ottobre, migliaia di autovelox in tutta Italia potrebbero spegnersi contemporaneamente. Non per una scelta politica o un dietrofront sulle multe, ma per un nodo burocratico legato al decreto attuativo del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti (Mit). Senza questo documento, che deve essere approvato entro il 19 agosto, Comuni, Province e Regioni non potranno avviare il censimento obbligatorio di tutti i dispositivi di controllo della velocità.
Il Decreto Infrastrutture (legge n. 105/2025) impone agli enti locali di comunicare al Mit posizione, caratteristiche tecniche, modello, omologazione e conformità di ogni apparecchio. Dati che saranno pubblicati sul portale ministeriale per garantire trasparenza, ma che rappresentano anche un requisito legale per l’utilizzo degli strumenti. Senza invio delle informazioni nei tempi previsti, i dispositivi dovranno restare spenti.
Il problema, denuncia il Codacons, è che il modulo digitale per trasmettere questi dati non esiste ancora e può essere creato solo con il decreto attuativo. Una volta approvato, gli enti avranno 60 giorni per completare il censimento. Il conto alla rovescia è già segnato: senza completamento delle comunicazioni entro il 18 ottobre, scatterà il blocco generalizzato.
Le conseguenze sarebbero pesanti: niente controlli elettronici su molte strade e una possibile valanga di ricorsi per le multe estive. Il contesto è già complesso: nell’aprile 2024 la Cassazione ha stabilito che le sanzioni elevate da autovelox approvati ma non omologati sono nulle, e oggi – secondo il Codacons – quasi il 60% dei fissi e oltre il 67% dei mobili non sarebbe omologato.
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