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Sanità
15 Agosto 2025 - 09:00
Il termometro non segna più solo la temperatura: segna vite umane. L'allarme lanciato dall'Organizzazione Mondiale della Sanità attraverso la sua commissione paneuropea per il clima e la salute ha il peso di una sentenza definitiva. In una lettera aperta indirizzata ai governi europei, gli esperti non usano mezzi termini: «Gli eventi meteorologici estremi sono un'emergenza sanitaria, non solo climatica».
Le cifre raccontano una storia drammatica che si consuma sotto i nostri occhi. L'Europa sta vivendo ondate di calore sempre più devastanti, con una mortalità legata al caldo cresciuta del 30% negli ultimi vent'anni. Oltre centomila persone hanno già pagato con la vita questo cambiamento, e il bilancio è destinato ad aggravarsi ulteriormente negli anni a venire.
I KILLER SILENZIOSI DELL'ESTATE
Quella che un tempo era considerata solo una stagione particolarmente calda è diventata una minaccia mortale nascosta. Gli esperti dell'OMS sono chiari nel loro messaggio: «Questi eventi non sono solo fastidiosi, sono killer silenziosi». Il calore estremo uccide in modo subdolo, mascherandosi dietro diagnosi apparentemente comuni. Nei registri dei decessi si legge di ictus, infarti, insufficienza respiratoria, ma la vera causa è sempre la stessa: temperature che il nostro organismo non riesce più a sopportare.
Il peso di questa emergenza non si distribuisce equamente. Anziani, persone con disabilità, chi vive in abitazioni inadeguate, donne in gravidanza, bambini piccoli e lavoratori esposti al sole pagano il prezzo più alto. Ma gli effetti vanno ben oltre i drammi individuali: la produttività crolla, i raccolti soffrono, le bollette energetiche schizzano alle stelle, le infrastrutture cedono sotto la pressione. È una spirale che tocca ogni aspetto della società europea.
NUOVE MALATTIE, VECCHI SISTEMI SANITARI
Il riscaldamento globale sta ridisegnando la geografia delle malattie in Europa e patologie che fino a pochi anni fa erano confinate ai tropici ora bussano alle porte del continente. Il caso più eclatante è quello della dengue: i casi a trasmissione locale nell'Unione Europea e nello Spazio Economico Europeo sono esplosi con un aumento del 368% tra il 2022 e il 2024.
Anche i pronto soccorso europei vivono un'emergenza nell'emergenza. Durante le ondate di calore i ricoveri aumentano vertiginosamente, soprattutto per problemi cardiaci, polmonari e renali. Ma il caldo aggredisce anche la mente: disturba il sonno, alimenta l'ansia, compromette le funzioni cognitive. Chi già soffre di disturbi mentali si trova in una trappola ancora più pericolosa, perché molti psicofarmaci riducono la capacità del corpo di regolare la temperatura, aumentando il rischio di colpi di calore.
Nemmeno chi dovrebbe curare è al sicuro. Gli operatori sanitari rischiano il collasso fisico e il burnout, mentre le tecnologie su cui fanno affidamento, dai sistemi di raffreddamento alle apparecchiature informatiche, vanno in tilt proprio quando servirebbero di più. Come sottolineano gli esperti, queste vulnerabilità «non sono isolate: sono sistemiche e in crescita».
UNA SOLUZIONE GREEN PER SALVARE VITE UMANE
Di fronte a questo scenario, l'OMS non si limita a lanciare l'allarme ma indica anche la strada da percorrere. La crisi climatica è innanzitutto una crisi sanitaria, quindi combattere il riscaldamento globale significa salvare vite umane. I numeri parlano chiaro: l'inquinamento atmosferico causa oltre mezzo milione di morti premature all'anno nella regione europea, molte delle quali direttamente attribuibili ai combustibili fossili.
La buona notizia è che molte soluzioni per il clima sono anche medicine per la società: tagliare le emissioni significa respirare aria più pulita e prevenire morti evitabili. A livello globale, infatti, si potrebbero salvare oltre cinque milioni di vite semplicemente riducendo l'inquinamento atmosferico.
Una delle armi più efficaci nella lotta contro il caldo killer si trova sotto i nostri piedi e sopra le nostre teste: il verde urbano. Espandere i parchi e i giardini nelle città non è solo un vezzo estetico, ma una strategia sanitaria precisa. Gli spazi verdi riducono l'esposizione al calore, migliorano la salute mentale, abbassano le bollette energetiche e assorbono anidride carbonica dall'atmosfera.
I calcoli degli esperti sono incoraggianti: aumentare il verde urbano del 30% potrebbe ridurre fino al 40% i decessi legati al calore. È una medicina che cura contemporaneamente la città, l'ambiente e le persone che li abitano. Salute, equità sociale ed economia trovano finalmente un punto di convergenza.
L'APPELLO FINALE: È ORA DI AGIRE
La lettera dell'OMS si conclude con un ultimatum che non ammette più rinvii. Le soluzioni esistono e «non sono solo efficaci, ma rappresentano anche investimenti intelligenti». Servono però nuovi parametri per misurare il progresso, che mettano al centro salute, benessere, equità e sostenibilità invece del solo profitto a breve termine.
Nei prossimi mesi l'organizzazione presenterà raccomandazioni concrete, definite «audaci ma realizzabili», per affrontare la crisi climatica e proteggere la salute europea. Il messaggio finale risuona come un grido d'allarme che attraversa tutto il continente: «Non è il momento delle mezze misure. È il momento di agire in modo straordinario».
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