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I dati
20 Agosto 2025 - 17:10
Un’analisi condotta dal CAF Acli sui modelli 730 presentati quest’anno ha messo in luce come i contribuenti italiani sfruttino il bonus casa. Per la prima volta è stato possibile distinguere con chiarezza tra chi ha ristrutturato la propria abitazione e chi, invece, ha usufruito della detrazione per interventi sulle parti comuni del condominio.
Dai dati citati dal Sole24Ore emerge che il 60% dei beneficiari ha indicato in dichiarazione spese relative a lavori condominiali. L’importo medio portato in detrazione si attesta sui 493 euro, cifra che riflette soprattutto interventi di piccola entità.
Tra lavoratori e pensionati che hanno affidato la dichiarazione al CAF Acli, il 43,3% ha sfruttato il bonus. Le casistiche sono variegate:
15% solo lavori condominiali,
17,3% solo sulla propria abitazione,
11% su entrambe le tipologie.
In sintesi, sei beneficiari su dieci hanno avuto rimborsi per spese relative a parti comuni, pari a circa un quarto del totale di chi ha richiesto la detrazione.
Il valore medio detratto, oggi pari a 493 euro, è inferiore al livello registrato nel 2021 (523 euro) ma superiore al minimo del 2024 (478 euro). Secondo gli esperti, questa tendenza riflette la diffusione di strumenti come la cessione del credito e lo sconto in fattura, che hanno modificato il modo in cui i cittadini affrontano gli interventi.
Gli interventi condominiali tendono a ripetersi nel tempo: caldaie, cornicioni, tinteggiature. Nel 2025, ogni contribuente ha compilato in media 3,7 righe nel 730 legate a lavori condominiali, un dato stabile da cinque anni. La cifra media di 493 euro deriva dunque dalla somma di più piccoli lavori (circa 133 euro l’uno per singolo condomino).
Il beneficio fiscale si ridurrà progressivamente:
2025 → 50% sulla prima casa, 36% sulla seconda,
2026-2027 → 36% sulla prima, 30% sugli altri immobili.
Questo calo potrebbe rendere più difficile ottenere l’approvazione di lavori consistenti nelle assemblee, soprattutto per le seconde case. Gli interventi urgenti o di piccola entità, invece, dovrebbero risentirne meno.
Solo il 30% dei contribuenti si è limitato a un’unica voce di spesa, mentre il 70% ha cumulato più detrazioni:
19,1% due interventi,
13,3% tre interventi,
37,6% quattro o più,
8,5% oltre otto bonus.
Per chi sta pensando a una ristrutturazione, il consiglio è chiaro: avviare e pagare i lavori entro il 2025 per non perdere le attuali aliquote (50% della spesa sulla prima casa, con un tetto massimo di 96.000 euro).
Non serve completare l’intervento entro l’anno, ma le spese sostenute dal 2026 in poi verranno rimborsate con percentuali inferiori.
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