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Il caso

La grande attesa per la Linea 1: timori per migliaia di lavoratori

Approvati ristori per 400mila euro ma da Infra.To ed Ici nessuna rassicurazione

Metro 1 Cascine Vica: i conti non tornano, 150mila euro cercasi

Tireranno forse un sospiro di sollievo le attività commerciali che negli ultimi sei anni hanno dovuto fare i conti con il viavai di escavatori e le polveri generate dai cantieri per il prolungamento della linea 1, la continuazione ad Ovest, fino a Cascine Vica della metropolitana torinese, per la recente approvazione di fondi ristoro per 400mila euro dalla Regione.

Ma resta la forte preoccupazione per i tempi e i costi dell'opera.

La richiesta, qualche settimana fa, di concordato preventivo al Tribunale di Roma, da parte di Italiana Costruzioni Infrastrutture Spa (Ici), capofila dell’appalto milionario per portare la Metro fino a Rivoli, ha messo tutti all’erta.

Perché se il concordato - cioè l’accordo per rientrare dai debiti con i propri creditori e scongiurare il fallimento - dovesse essere negato, l’appalto andrebbe in fumo e bisognerebbe ripartire dalla gara. E già nelle scorse settimane l’ad Infra.To Bernardino Chiaia aveva ammesso che: «Se ne parlerebbe almeno nel 2027». Con ritardi ben tre anni rispetto al primo cronoprogramma annunciato.

È molto preoccupato, così, il sindacato Faisa Cisal, che riunisce i lavoratori del settore autoferrotranviario, e che aveva chiesto un incontro immediato con Infra.To, la partecipata del Comune di Torino e appaltante dell’opera, ed Ici.

Dietro l'opera, infatti, ci sono migliaia di lavoratori: tra commercianti, già fortemente penalizzati dai lavori e aziende subappaltatrici di Ici che da almeno un anno non vengono più pagate.

Ma l'incontro di ieri tra Cisal, Infra.To ed Ici ha dato poche risposte e, per giunta, poco confortanti. «Sono sostanzialmente in attesa dell'esito del Tribunale. Assicurano che i lavori non sono fermi, ma solo rallentati», spiega il segretario provinciale Cisal Michele Schifone, a valle. Nessuna garanzia ai lavoratori e nessun "piano B". «Erano molto in difficoltà», ammette Schifone riferendosi ai vertici Ifra.To e all'ad di Ici Luca Navarra. «Per giunta ci hanno chiesto di “non dare false speranze”».

Una magra, magrissima, consolazione, così, arriva al tessuto commerciale di Rivoli e Collegno, dopo quasi un anno di proclami (si parlava già a febbraio di “fondi in arrivo”). La misura era stata inserita mesi fa nel Bilancio di previsione, grazie ad una proposta del Movimento 5 Stelle recepita con un emendamento firmato dalla capogruppo in Regione Sarah Disabato e dall’assessore alle Attività produttive Andrea Tronzano.

«Il cantiere sta causando enormi disagi agli esercizi della zona, per cui abbiamo ritenuto opportuno intervenire per garantire un ristoro in questa fase di difficoltà», spiega Disabato. «Con questo provvedimento confermiamo la nostra attenzione costante al mondo produttivo locale», dichiara invece Tronzano.

Nel frattempo il sindaco di Rivoli Alessandro Errigo, che nei giorni scorsi ha puntato i riflettori sui rischi di uno stop dei cantieri, ha ricevuto nel pomeriggio di ieri una relazione da InfraTo. Dentro i possibili scenari futuri per l’attesa Linea 1.

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