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Economia
23 Agosto 2025 - 08:40
Secondo le ultime stime elaborate da Unioncamere e dal Ministero del Lavoro nell’ambito del progetto Excelsior, l’Italia potrebbe registrare, tra il 2025 e il 2029, un fabbisogno compreso tra 3,3 e 3,7 milioni di lavoratori qualificati. I dati evidenziano come il mercato del lavoro italiano sarà profondamente influenzato dagli investimenti del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), il cui impatto occupazionale potrebbe raggiungere 809mila posti di lavoro se gli investimenti saranno pienamente realizzati.
La distribuzione delle competenze richieste mostra un quadro molto articolato. Tra i nuovi posti di lavoro, circa il 37-39% richiederà una formazione terziaria (laurea, diploma ITS Academy o AFAM), mentre il 45-46% riguarderà figure con un diploma tecnico-professionale di secondo grado. Solo nel 4% dei casi basterà un diploma liceale.
All’interno dell’istruzione superiore, la domanda sarà particolarmente alta per le lauree in ambito STEM (Science, Technology, Engineering and Mathematics), con il rischio di un mismatch tra domanda e offerta: si stima che la richiesta possa superare del 25% il numero di giovani laureati disponibili, creando una carenza significativa di figure specializzate.
Il mismatch sarà più marcato in alcuni settori:
Ingegneria, ad eccezione dei percorsi legati a edilizia e architettura, con una mancanza annuale stimata di 7-10mila laureati o diplomati ITS.
Scienze matematiche, fisiche e informatiche, con un gap di 3-5mila giovani all’anno.
Meccanica e agroalimentare, con carenze annue comprese tra 10mila e 13mila unità.
Queste discrepanze nascono soprattutto dal fatto che università e accademie faticano a seguire il ritmo dei cambiamenti richiesti dal mercato del lavoro.
Gran parte del fabbisogno occupazionale sarà legata alla sostituzione dei lavoratori in uscita. La crescita netta dello stock occupazionale potrebbe oscillare da 237mila unità in uno scenario negativo a 679mila unità in quello più favorevole.
Alcuni settori e filiere registreranno fabbisogni particolarmente elevati:
Commercio e turismo: 574-702mila posti (circa 18% del totale).
Altri servizi pubblici e privati: 512-544mila posti.
Sanità: 417-443mila posti.
Formazione e cultura: 373-421mila posti.
Finanza e consulenza: 362-420mila posti, trainata dai servizi avanzati.
Nei settori non-STEM, la disponibilità di laureati tende a superare la domanda complessiva, ma alcune aree strategiche evidenziano carenze:
Indirizzo economico-statistico: 12-17mila posti vacanti l’anno.
Discipline mediche e sanitarie: 7-8mila posti vacanti l’anno.
Altri percorsi, come insegnamento, giuridico, psicologico, linguistico e umanistico, mostrano invece un eccesso di offerta.
Dal punto di vista territoriale, la domanda sarà concentrata principalmente in Sud e Isole (quasi 30% del fabbisogno totale) e Nord-Ovest (28%). Tra le regioni, le più richieste saranno:
Lombardia: 592-683mila occupati (oltre 18% del totale).
Lazio: 327-369mila unità (10%).
Veneto: 280-321mila unità (8,6%).
Campania: 280-314mila unità (8,5%).
Emilia-Romagna: 275-313mila unità (8,4%).
Sicilia: 221-246mila unità (6,7%).
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