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L'Europa potrebbe leggere i tuoi messaggi (sì, anche quelli crittografati)

Torna in Consiglio la proposta che prevede la scansione automatica per individuare contenuti legati all'abuso su minori

L'Europa potrebbe leggere i tuoi messaggi (sì, anche quelli crittografati)

Messaggi, foto di repertorio

La proposta di regolamento europeo ribattezzata Chat control, presentata dalla Commissione Ue nel 2022, torna in discussione al Consiglio. Il testo prevede la scansione automatica dei messaggi su piattaforme come WhatsApp, Telegram, Signal, Messenger e Instagram per individuare contenuti legati ad abusi e molestie contro i minori.

Il dossier è rimasto bloccato per due anni, ma la premier danese Mette Frederiksen lo ha inserito tra le priorità del semestre di presidenza. I governi Ue dovranno esprimersi entro il 12 settembre, con possibile via libera al Consiglio il 14 ottobre, prima dei negoziati con Parlamento e Commissione.

Secondo i verbali diffusi da Netzpolitik.org, Italia, Spagna e Ungheria sostengono la proposta, mentre la Francia ha espresso apertura. Belgio, Germania, Estonia, Finlandia, Grecia, Lussemburgo, Romania e Slovenia non hanno ancora deciso. Se Berlino appoggiasse il testo, si raggiungerebbe la maggioranza qualificata necessaria all’approvazione.

Il Parlamento europeo, il 14 novembre 2023, ha votato una posizione meno restrittiva: controlli solo su individui sospettati e esclusione dei contenuti criptati. Il servizio giuridico del Consiglio Ue e la Corte europea dei diritti dell’uomo hanno espresso rilievi, definendo la scansione indiscriminata dei messaggi una violazione dei diritti umani.

Le piattaforme interessate, tra cui Signal e Meta, hanno minacciato di lasciare l’Europa in caso di approvazione, sostenendo che l’indebolimento della crittografia metterebbe a rischio la privacy e favorirebbe intrusioni informatiche.

Sul fronte nazionale, il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi ha annunciato il 18 luglio l’istituzione di una nuova autorità pubblica per vigilare sui servizi di messaggistica crittografata. Già a maggio il capo della polizia Vittorio Pisani aveva denunciato l’assenza di obblighi per i provider riguardo la conservazione dei dati reali degli utenti e l’accesso alle comunicazioni criptate, anche in caso di reati gravi.

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