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SALUTE
25 Agosto 2025 - 14:25
Un’insalata lasciata sul tavolo, un surgelato trasportato male, un tonno in scatola aperto da troppo tempo. In estate basta poco perché il cibo diventi pericoloso. Disturbi gastrointestinali e intossicazioni aumentano con le temperature, e spesso la colpa non è della produzione ma di quello che succede nelle nostre cucine.
Ogni anno 1,8 milioni di persone nel mondo muoiono per malattie legate ad alimenti contaminati. L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha diffuso un vademecum per ridurre i rischi, indicando comportamenti chiave che partono dalla spesa e arrivano al piatto.
Si comincia dal supermercato: controllare le scadenze, verificare le condizioni delle confezioni, evitare prodotti che presentano alterazioni di colore o odore. Anche la temperatura è un segnale: per i refrigerati tra 4 e 7 gradi, per i surgelati -18. Brina o ghiaccio sulle confezioni possono indicare problemi nella catena del freddo.
Una volta acquistati, i cibi vanno gestiti correttamente. I prodotti freschi e surgelati si comprano per ultimi, si trasportano in borse termiche e devono finire subito in frigorifero o congelatore. A casa, la temperatura del frigo non dovrebbe superare i 4 gradi. I cibi cotti non vanno lasciati ore a temperatura ambiente: se non consumati subito, devono essere raffreddati e riposti rapidamente. Lo scongelamento va fatto in frigorifero, non sul piano della cucina.
L’igiene resta centrale: mani lavate con detergente, superfici pulite, taglieri distinti per alimenti crudi e cotti. Spugne e canovacci vanno cambiati spesso. Frutta e verdura destinate al consumo a crudo devono essere lavate con cura.
Fondamentale anche la cottura: pollame, polpettoni e arrosti non devono mai restare crudi all’interno. Col microonde è meglio scaldare piccole porzioni e mescolare durante la cottura per garantire uniformità.
Ultimo passaggio, la separazione tra crudo e cotto. Carne, pesce e altri alimenti non trattati devono stare in contenitori chiusi e impermeabili, per evitare che i liquidi possano contaminare altri prodotti. Il documento completo dell’Oms con tutte le indicazioni pratiche è consultabile sul sito del Ceirsa, il Centro interdipartimentale di ricerca e documentazione sulla sicurezza alimentare con sede a Torino.
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