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Influenza 2025: allerta in Italia dopo il record di casi in Australia

Gli esperti prevedono una stagione influenzale intensa con co-circolazione di ceppi A e B e consigliano la vaccinazione

Influenza 2025: allerta in Italia dopo il record di casi in Australia

L’Australia registra un picco record di casi di influenza stagionale nel pieno del suo inverno, con il virus che si manifesta prima rispetto all’emisfero nord. L’aumento delle infezioni ha messo sotto pressione gli ospedali: rispetto all’anno precedente, i contagi sono cresciuti del 70%, con oltre 18.000 casi segnalati fino a luglio, mentre le ospedalizzazioni sono salite del 50% in sole due settimane, causando una carenza di posti letto.

Gli esperti avvertono che uno scenario simile potrebbe verificarsi anche in Italia nelle prossime settimane. Si attende infatti l’arrivo di un mix di virus influenzali, inclusi i ceppi B, per i quali la copertura vaccinale è più bassa. La raccomandazione degli infettivologi è quindi di vaccinarsi per prevenire le forme più gravi dell’influenza.

“Anche nel nostro Paese ci aspettiamo una stagione influenzale intensa, con la circolazione simultanea di diversi virus, tra cui il virus respiratorio sinciziale e il SarsCoV2 del Covid-19”, spiega all’ANSA Fabrizio Pregliasco, direttore della Scuola di specializzazione in Igiene e Medicina preventiva dell’Università di Milano. “Oltre al ceppo A H1N1, sarà presente anche il ceppo B Victoria, poco diffuso negli ultimi anni, per cui una parte significativa della popolazione potrebbe essere vulnerabile all’infezione, come è avvenuto in Australia. Per questo la vaccinazione, soprattutto per le persone fragili, è fondamentale”.

Pregliasco sottolinea che i ceppi in circolazione corrispondono a quelli inclusi nel vaccino antinfluenzale, che sarà disponibile da ottobre secondo la circolare del Ministero della Salute. Sebbene sia presto per previsioni precise, l’andamento della stagione influenzale dipenderà anche dal clima. Si stimano i primi casi già a ottobre e una stagione complessivamente intensa, con una percentuale di popolazione colpita tra il 15 e il 25%, rispetto al 22-23% dello scorso anno, quando si registrò il record di circa 15 milioni di casi.

Il vaccino, chiarisce Pregliasco, non serve tanto a limitare la diffusione del virus quanto a ridurre la gravità delle infezioni. Lo scorso anno, tuttavia, poco più del 50% degli over 65 si è vaccinato, una copertura troppo bassa per proteggere adeguatamente la popolazione. L’esperto ricorda che la vaccinazione rappresenta un’opportunità per tutti e suggerisce di approfittare della campagna antinfluenzale anche per effettuare il richiamo contro il Covid-19, visto il leggero aumento dei casi.

Anche Matteo Bassetti, direttore della Clinica Malattie Infettive dell’Ospedale Policlinico San Martino di Genova, lancia un monito: “Senza una copertura vaccinale adeguata, la prossima stagione influenzale in Italia potrebbe superare per gravità quella appena trascorsa. Attualmente solo un italiano su quattro si vaccina. Se l’epidemia australiana si ripresentasse qui, 15-20 milioni di persone potrebbero essere contagiate, con forti ripercussioni sul sistema sanitario”. Bassetti critica anche le politiche che indeboliscono le campagne vaccinali, definendole un rischio per la salute pubblica.

Il Ministero della Salute ha diffuso a luglio la circolare per la campagna vaccinale 2025-2026, che prenderà il via a ottobre. L’obiettivo è raggiungere almeno il 75% della popolazione a rischio, tra cui anziani e persone fragili. Il vaccino sarà gratuito per over 60, bambini, donne in gravidanza, persone con patologie croniche e operatori sanitari, e sarà disponibile anche per chiunque lo richieda, dopo aver coperto le categorie prioritarie. Lo scorso anno la copertura è stata del 53,3% tra gli over 65 e del 18,9% nella popolazione generale, mentre il Piano Nazionale di Prevenzione Vaccinale 2023-2025 prevede un target minimo del 75% e ideale del 95% per gli anziani.

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