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Il caso
17 Ottobre 2025 - 07:45
Il nuovo emendamento al ddl Valditara vieta l’intervento di esperti esterni e subordina i corsi nelle superiori al consenso dei genitori
La commissione Cultura della Camera ha approvato un emendamento al disegno di legge sul consenso informato nelle scuole – il cosiddetto “ddl Valditara”, dal nome del ministro dell’Istruzione e del Merito – che estende il divieto di educazione sessuale e affettiva anche alle scuole secondarie di primo grado. La norma, che dovrà ancora passare all’esame del Parlamento, di fatto impedirebbe l’attivazione di progetti e percorsi di educazione affettiva fino alla fine delle medie.
L’emendamento, proposto dalla deputata leghista Giorgia Latini e sostenuto dai partiti di maggioranza – Fratelli d’Italia, Lega e Forza Italia – prevede che nelle scuole inferiori non possano essere realizzate attività di questo tipo con l’intervento di esperti esterni. Il disegno di legge originario già vietava la presenza di figure esterne nelle scuole dell’infanzia e primarie, limitando di fatto l’autonomia degli istituti su un tema che in Italia non è mai stato regolamentato a livello nazionale.
L’educazione affettiva e sessuale, infatti, non rientra nei programmi ministeriali e le scuole che scelgono di proporla lo fanno attraverso attività extracurricolari. Queste iniziative, spesso organizzate in collaborazione con associazioni, centri sanitari o organizzazioni non governative, affrontano temi come la prevenzione delle infezioni sessualmente trasmissibili, le gravidanze precoci, il rispetto reciproco e la lotta alla violenza di genere. Con le nuove limitazioni, tali interventi verrebbero esclusi almeno fino all’ingresso alle scuole superiori.
Per le scuole secondarie di secondo grado, il disegno di legge introduce comunque vincoli significativi: la partecipazione a progetti di educazione sessuale o affettiva sarà possibile solo previa autorizzazione dei genitori. Le famiglie dovranno essere informate in anticipo sui contenuti trattati, sui materiali utilizzati e sulle competenze dei relatori. In caso di mancato consenso, agli studenti dovrà essere garantita un’attività alternativa.
La proposta prevede inoltre che ogni progetto debba ottenere il via libera del collegio docenti e del consiglio d’istituto, riducendo ulteriormente la possibilità per i singoli istituti di avviare collaborazioni con professionisti esterni.
L’Italia resta così tra i pochi Paesi europei privi di un programma nazionale di educazione affettiva e sessuale, nonostante le raccomandazioni dell’Organizzazione mondiale della sanità che ne indicano l’importanza già dall’infanzia per promuovere la consapevolezza, la salute e il rispetto nelle relazioni.
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