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Upo, allarme infermieri: aule vuote nei corsi di laurea

Alle iscrizioni su 430 posti disponibili solo 315 richieste, mentre Fisioterapia registra un boom di domande

Upo, allarme infermieri: aule vuote nei corsi di laurea

Il problema della carenza di infermieri negli ospedali italiani continua a emergere già nelle università. I dati più recenti sulle immatricolazioni all’Università del Piemonte Orientale (Upo) mostrano un calo di interesse per i corsi di Infermieristica: i candidati sono meno dei posti disponibili.

Su 430 posti, soltanto 315 studenti hanno scelto questa strada come prima opzione. L’unico polo a raggiungere il pieno è Vercelli, con 51 domande per 50 posti. A Verbania si registra un equilibrio (45 su 45), mentre altrove le cattedre restano scoperte: 88 su 135 a Novara, 57 su 85 ad Alessandria, 31 su 50 ad Alba e 43 su 65 a Biella.

Il quadro è opposto per Fisioterapia, che rimane tra i corsi più attrattivi. Per il test di ammissione, previsto l’8 settembre a Novara, è atteso un numero di candidati nettamente superiore ai posti disponibili. La prova comprenderà quesiti di logica, biologia, chimica, fisica e matematica.

Ogni studente ha potuto indicare tre preferenze: i numeri diffusi si riferiscono alla prima scelta, ma le seconde e terze opzioni potrebbero portare ulteriori iscritti verso Infermieristica. In totale, per i sei corsi di area sanitaria attivi all’Upo, le richieste ammontano a 990 contro 710 posti disponibili.

Il presidente del corso di laurea in Infermieristica, Alberto Dal Molin, ha sottolineato che, sebbene i 315 iscritti rappresentino un segnale incoraggiante, il fabbisogno del sistema sanitario resta ben più elevato. Ha aggiunto che l’esito dei test di Medicina potrebbe cambiare il quadro: chi non verrà ammesso potrebbe orientarsi su Infermieristica, con il riconoscimento di alcuni esami già sostenuti.

Secondo Dal Molin, la contrazione delle iscrizioni dimostra che la professione infermieristica ha perso attrattiva. Pur essendo un lavoro di grande valore e complessità, in Italia non è sostenuto da prospettive economiche e di carriera adeguate, al contrario di quanto avviene all’estero.

Lo stesso presidente ha ricordato come, dopo la pandemia, l’Upo abbia attivato insieme ad altri atenei (tra cui Torino, Verona e Humanitas Milano) due corsi magistrali dedicati all’emergenza-urgenza e alle cure primarie. L’iniziativa sta ottenendo buoni risultati e, in attesa dei decreti ministeriali, potrebbe aprire a un vero riconoscimento economico e a nuove possibilità di crescita clinica, andando oltre i tradizionali percorsi gestionali e dirigenziali.

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