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Il caso

Delitto di Garlasco, nuovi accertamenti sui reperti e arresto di Flavius Savu

In Questura a Milano si cercano impronte sui rifiuti trovati nella villetta di Chiara Poggi. Intanto in Svizzera fermato l’uomo legato al caso Bozzola

Delitto di Garlasco, nuovi accertamenti sui reperti: oggi si cercano impronte e tracce

Foto di repertorio

Si torna oggi, 10 settembre, in Questura a Milano per una nuova tappa dell’incidente probatorio sul delitto di Garlasco. Periti, avvocati e genetisti si concentreranno ancora sugli oggetti recuperati nella villetta di Chiara Poggi il giorno dell’omicidio, tra cui un barattolo di Estathé e uno di Fruttolo. L’obiettivo è individuare eventuali impronte latenti che potrebbero rivelare la presenza di altre persone nella casa.

In passato, su quei reperti erano già stati rilevati i profili genetici della vittima e del fidanzato Alberto Stasi, condannato in via definitiva per l’omicidio. Gli accertamenti di oggi, affidati al dattiloscopista Domenico Marchigiani, si avvalgono di camere di fumigazione per cercare nuove tracce. La spazzatura, mai analizzata in 18 anni, potrebbe fornire elementi utili a chiarire i movimenti nelle ore immediatamente precedenti alla morte della giovane.

Intanto, sullo sfondo dell’inchiesta, emerge un altro sviluppo. È stato arrestato nei pressi di Zurigo Flavius Savu, cittadino romeno condannato a cinque anni di carcere per l’estorsione all’ex rettore del santuario della Bozzola, a Garlasco. Savu, difeso dall’avvocato Roberto Grittini, nei mesi scorsi aveva sostenuto l’esistenza di un collegamento tra presunti festini organizzati al santuario e la morte di Chiara Poggi, un’ipotesi giudicata «suggestiva» dalla Procura. Nonostante l’assenza di riscontri, l’uomo potrebbe ora essere ascoltato dagli inquirenti di Pavia per chiarire le sue dichiarazioni.

Le indagini, affidate ai carabinieri del Nucleo investigativo di Milano, non hanno finora evidenziato legami diretti tra la vicenda del santuario e l’omicidio di Chiara Poggi. Ma l’attenzione resta alta: il confronto sulle tracce genetiche e la caccia a nuove impronte potrebbero ancora aprire scenari inattesi su un caso che, a distanza di 18 anni, continua a far discutere.

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