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Lavoro
10 Settembre 2025 - 16:45
Foto di repertorio
Lavorare quattro giorni anziché cinque, mantenendo lo stipendio. È la direzione intrapresa da un numero crescente di aziende italiane che hanno scelto di avviare la sperimentazione della settimana corta, seguendo un modello già consolidato in diversi Paesi europei.
Luxottica ha lanciato il progetto Time4you, che consente a circa 10mila dipendenti di usufruire di 20 venerdì liberi all’anno, di cui cinque scalati dai permessi retribuiti e i restanti 15 a carico dell’azienda. L’iniziativa, avviata ad aprile 2024, coinvolge reparti produttivi in Veneto, Piemonte e Trentino, e sarà valutata a fine anno per una possibile adozione definitiva.
La stessa strada è stata intrapresa da Lamborghini, che ha concordato con i sindacati una riduzione dell’orario a 33 ore e mezzo settimanali. Il nuovo modello prevede una settimana di quattro giorni alternata a una di cinque per i lavoratori su due turni, e due settimane corte seguite da una piena per chi lavora su tre turni.
Anche Sace ha introdotto la formula “Flex4Future”, che elimina i controlli sulle timbrature, amplia lo smart working e consente la settimana corta di 36 ore, con pieno mantenimento del trattamento economico. L’iniziativa sarà monitorata dal Politecnico di Milano per valutarne gli effetti su produttività e benessere.
Lavazza ha esteso il “venerdì breve” ai 400 addetti dello stabilimento di Gattinara, permettendo di ridurre l’orario del venerdì recuperando le ore di lavoro del sabato. L’accordo, sostenuto dal 97% dei dipendenti, introduce anche premi di risultato fino a 15mila euro nel triennio e ulteriori misure di welfare, dai congedi di paternità retribuiti al volontariato aziendale.
Infine, la Siae ha varato la “smart week”, che dal 2025 permetterà a 600 lavoratori di alternare settimane da quattro e cinque giorni, soprattutto nei mesi estivi e a dicembre, integrando il modello con forme di smart working e flessibilità organizzativa.
Il fenomeno, già avviato in Italia da Intesa Sanpaolo nel 2023, si sta diffondendo sempre più, spinto dalla richiesta di bilanciare produttività e qualità della vita. Una trasformazione che, secondo aziende e sindacati, rappresenta una delle sfide più significative del futuro del lavoro.
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