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verso la manovra

Rottamazione delle cartelle: possibile piano in 10 anni, ma servono soldi e regole più rigide

Si lavora a una nuova sanatoria fiscale: si potrà pagare in 120 rate, ma il governo pensa a filtri per evitare nuovi furbetti

Rottamazione delle cartelle: possibile piano in 10 anni, ma servono soldi e regole più rigide

Una nuova rottamazione delle cartelle esattoriali è in arrivo, ma questa volta le regole potrebbero cambiare. L’idea è quella di dare ai contribuenti più tempo per pagare i debiti con il Fisco, arrivando fino a 10 anni di rate, cioè 120 rate mensili. Una proposta che potrebbe aiutare tante persone e imprese in difficoltà, ma che ha un problema enorme: costa troppo allo Stato.
Il disegno di legge è stato proposto dalla Lega (primo firmatario Massimiliano Romeo) ed è già in discussione al Senato, nella commissione Finanze. Ma prima di capire se diventerà realtà, bisogna vedere quanti soldi servono e quali saranno le regole per accedere.

Ad oggi, il costo esatto non è stato comunicato, ma si stima che la nuova rottamazione potrebbe valere oltre 5 miliardi di euro, considerando gli sconti su sanzioni e interessi. Soldi che lo Stato dovrà rinunciare a incassare. Proprio per questo motivo, è probabile che verranno introdotti dei limiti per accedere alla sanatoria. Non tutti potranno partecipare. Si sta valutando, ad esempio, di escludere chi ha troppi debiti, oppure chi ha già usato più volte le vecchie rottamazioni senza poi pagare davvero.

Nei precedenti condoni fiscali, infatti, molti contribuenti hanno fatto richiesta solo per bloccare fermi amministrativi o pignoramenti, pagando magari solo la prima rata e poi interrompendo i versamenti. Un comportamento scorretto che ha portato a un ammanco di circa 48 miliardi di euro rispetto a quanto previsto.
Il governo, quindi, vuole evitare che si ripeta lo stesso scenario. Una delle ipotesi è escludere i “debitori seriali”, cioè quelli che usano le sanatorie solo per guadagnare tempo e non pagano mai fino in fondo.

La rottamazione, per quanto utile a tante persone oneste in difficoltà, non risolve il problema più grande: la montagna di debiti che i cittadini e le imprese hanno con il Fisco. A fine gennaio 2025, lo Stato aveva 1.280 miliardi di euro da riscuotere, e questa cifra continua a crescere. Le rottamazioni servono per alleggerire la pressione, ma non cancellano il problema alla radice. Anzi, senza regole precise, rischiano di premiare chi non paga e penalizzare chi invece è sempre stato in regola.

Questa nuova sanatoria potrebbe diventare parte della Legge di Bilancio che il governo sta preparando per il 2026. La maggioranza politica punta anche a ridurre una delle aliquote Irpef (dal 35% al 33%) per chi guadagna fino a 60mila euro all’anno, ma anche questa misura ha bisogno di coperture economiche.
In sostanza, per fare nuove agevolazioni fiscali, bisogna prima capire dove trovare i soldi. Ed è qui che le rottamazioni e la manovra economica si intrecciano.

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