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Il caso

Favria, agguato in strada: uomo ferito gravemente a colpi di pistola. Quattro fermi nel Torinese

Secondo le prime ricostruzioni, la vittima sarebbe stata attesa sotto casa o nelle immediate vicinanze

Favria, agguato in strada: uomo ferito gravemente a colpi di pistola

Un agguato. Non un diverbio degenerato, non una lite tra vicini. A pochi metri dal municipio, nella quiete apparente di via Matteotti. Lì, nella tarda serata di giovedì 18 settembre, un uomo di 63 anni è stato raggiunto da diversi colpi d’arma da fuoco. Ferito gravemente alla faccia, alla gamba e soprattutto all’addome - dove la lesione è risultata più profonda - è stato accompagnato dai familiari all’ospedale di Cuorgné. Da lì, valutata la gravità, è scattato il trasferimento d’urgenza in elisoccorso alle Molinette. È stato operato. Prognosi riservata.
La sparatoria è avvenuta poco dopo il calare del sole, in una zona centrale del paese. Secondo la prima ricostruzione dei carabinieri di Ivrea, intervenuti sul posto, la vittima sarebbe stata colpita nel cortile di casa, davanti agli occhi del figlio 29enne, che era con lui al momento dell’aggressione. Nessun colpo ha raggiunto il giovane. Ma secondo gli investigatori, anche lui era un bersaglio. Nel corso della notte, dopo ore di indagini, sono scattati i fermi. Quattro le persone individuate e portate in caserma: Pasquale Colosimo, 56 anni (dalle prime ricostruzioni, l’uomo che ha sparato), residente a Rivarolo Canavese; i suoi due figli, Gilberto (37) e Alessandro (31); e Andrea Racco, 42enne, anch’egli di Rivarolo, dipendente dell’azienda edile della famiglia Colosimo. Tutti e quattro sono accusati, in concorso, di tentato omicidio e detenzione abusiva di armi. Per i carabinieri non ci sono dubbi: è stato un agguato. Un’azione premeditata, con una dinamica da commando. Il movente, per ora, resta sullo sfondo. Ma gli investigatori parlano apertamente di un “regolamento di conti”. Durante la notte sono state eseguite anche perquisizioni domiciliari e veicolari a carico degli indagati. Le operazioni, svolte con l’ausilio del nucleo cinofili di Volpiano, hanno avuto esito positivo: sono state trovate due pistole, riconducibili a due dei quattro fermati. Un elemento che, per gli inquirenti, rafforza l’ipotesi dell’agguato armato e pianificato. La vittima, 63 anni, è conosciuta in paese. Vive da tempo in via Matteotti. Secondo le prime verifiche, non avrebbe precedenti di polizia. Diverso il profilo del figlio, che risulterebbe già noto alle forze dell’ordine. Anche per questo, non si esclude che l’obiettivo dell’agguato potesse essere proprio lui, o entrambi. Al momento, nessuno dei fermati ha rilasciato dichiarazioni. Le indagini, coordinate dalla procura di Ivrea, proseguono per ricostruire esattamente il movente e verificare se ci siano altri soggetti coinvolti.

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