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Il fatto
25 Settembre 2025 - 14:00
Il cosiddetto “pandoro-gate” approda in tribunale. A Milano si è aperto il processo che vede imputata Chiara Ferragni, accusata di truffa aggravata in concorso per le iniziative benefiche legate ai pandori “Pink Christmas” di Balocco e alle uova pasquali Dolci Preziosi.
Secondo i magistrati, tra il 2021 e il 2022, le campagne pubblicitarie avrebbero lasciato intendere che una parte del prezzo di vendita fosse destinata a opere solidali. In realtà – sostiene l’accusa – i contributi erano prefissati, limitati e non proporzionali alle vendite. Gli inquilenti stimano un vantaggio economico illecito superiore ai 2 milioni di euro.
Oltre all’influencer, sono finiti davanti ai giudici anche Fabio Maria Damato, ex manager della Ferragni, e Francesco Cannillo, numero uno di Cerealitalia-Id (proprietaria del marchio Dolci Preziosi). Il procedimento nei confronti di Alessandra Balocco, recentemente scomparsa, è stato chiuso per decesso.
A rendere subito concreto il processo è stata la testimonianza di una 76enne di Avellino, soprannominata “nonna Adriana”. La donna ha spiegato, tramite la sua legale, di aver acquistato i pandori Ferragni credendo di contribuire a una raccolta fondi. Ha chiesto un risarcimento di 500 euro, cifra che dichiara di voler comunque devolvere in beneficenza. Non è esclusa, però, una conciliazione con la difesa dell’imprenditrice digitale.
In tribunale si sono presentate anche Adicu e Casa del Consumatore, che hanno chiesto di costituirsi parte civile. Diversa la linea del Codacons, che ha invece ritirato la denuncia dopo un accordo economico già concluso nei mesi scorsi con la Ferragni. Sarà il giudice Ilio Mannucci Pacini a decidere il 4 novembre sull’ammissibilità delle nuove richieste.
Chiara Ferragni non ha partecipato all’udienza di apertura. I suoi avvocati, Giuseppe Iannaccone e Marcello Bana, hanno però garantito la presenza della loro assistita nei prossimi appuntamenti processuali, sottolineando la volontà di dimostrare la sua estraneità ai fatti. La difesa ricorda inoltre che sul piano amministrativo la vicenda si è già chiusa con il pagamento di 3,4 milioni di euro tra sanzioni e donazioni.
Il procedimento riprenderà il 4 novembre, quando il tribunale dovrà esprimersi sulle parti civili. Gli imputati avranno la possibilità di chiedere riti alternativi – come patteggiamento o abbreviato – oppure proseguire con il dibattimento ordinario. Una nuova udienza è già fissata per il 14 gennaio 2026, potenzialmente decisiva.
Sul fronte economico, il processo arriva in un momento delicato per l’impero dell’influencer. La società Fenice, a lei riconducibile, avrebbe recentemente ridotto il personale, lasciando in attività una sola dipendente. Il ridimensionamento aziendale, unito al calo di popolarità sui social, conferma un periodo di difficoltà che ha costretto Ferragni a rivedere tono e strategia comunicativa.
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