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Salute e prevenzione
02 Ottobre 2025 - 09:45
Il Senato ha approvato in via definitiva il disegno di legge che inserisce l’obesità tra le malattie riconosciute. Un passo storico che fa dell’Italia il primo Paese al mondo a classificare l’obesità come patologia cronica, progressiva e recidivante, con conseguenze importanti sia sul fronte sanitario che su quello sociale.
Il provvedimento, nato da un’iniziativa parlamentare, introduce una serie di misure concrete:
Programma nazionale per la prevenzione e la cura dell’obesità, con campagne mirate a corretta alimentazione, allattamento al seno e promozione dello sport.
Formazione dedicata per medici di base, pediatri, studenti di medicina e personale del Servizio sanitario nazionale (Ssn).
Osservatorio nazionale sull’obesità, istituito presso il Ministero della Salute, per monitorare dati, trend e strategie di contrasto.
L’articolo 2 sottolinea inoltre la necessità di garantire prestazioni comprese nei Livelli Essenziali di Assistenza (Lea) per chi convive con obesità.
Il piano avrà un finanziamento crescente:
700.000 euro nel 2025
800.000 euro nel 2026
1,2 milioni di euro annui dal 2027
A queste risorse si aggiungono 400.000 euro l’anno per la formazione e l’aggiornamento del personale sanitario.
“Un segnale di civiltà nel campo della salute pubblica” – così il ministro della Salute Orazio Schillaci ha commentato l’approvazione, sottolineando che l’obiettivo principale resta la prevenzione.
La legge è stata approvata con il voto favorevole della maggioranza. Le opposizioni si sono invece astenute, chiedendo più fondi e l’inclusione esplicita dell’obesità nei Lea.
PD: riconosce l’importanza della legge ma la giudica troppo “dichiarativa e poco operativa”.
M5S: evidenzia come oltre metà della popolazione adulta italiana sia in sovrappeso e il 10% obesa, chiedendo misure più incisive.
Verdi e Sinistra: denunciano i tagli alla sanità pubblica e il rischio che senza risorse adeguate la norma resti “solo un’operazione di immagine”.
In Italia oltre 6 milioni di persone vivono con obesità. Il riconoscimento come malattia cambia l’approccio: non più un “comportamento scorretto” legato al cibo, ma una condizione clinica che necessita di prevenzione, diagnosi precoce, cure multidisciplinari e sostegno alle famiglie.
Con questo provvedimento, l’Italia si posiziona come modello internazionale nella lotta all’obesità, pur tra luci e ombre sul fronte delle risorse disponibili.
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