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Il fatto
08 Ottobre 2025 - 21:00
Il governo italiano sta valutando una possibile riduzione delle tasse sulla tredicesima mensilità, la gratifica di fine anno che ogni dicembre arriva nelle buste paga di lavoratori dipendenti e pensionati. L’iniziativa, fortemente sostenuta da Forza Italia e dal vicepremier Antonio Tajani, mira a dare un respiro alle famiglie italiane aumentando il netto percepito nella mensilità aggiuntiva.
Nell’ambito della Legge di Bilancio 2026, il governo sta studiando diverse opzioni per il pacchetto fiscale, che complessivamente vale circa 16 miliardi di euro. Tra le ipotesi principali:
Esenzione totale dall’Irpef sulla tredicesima;
Flat tax agevolata del 5-10%, simile a quella già applicata ai premi di produttività.
Al momento si tratta di scenari in fase di valutazione: molto dipenderà dalle risorse disponibili e dalla struttura definitiva della manovra.
Attualmente, la tredicesima è calcolata dividendo la retribuzione lorda annuale in tredici mensilità. Questa mensilità extra è tassata come un normale stipendio, senza benefici aggiuntivi delle detrazioni mensili, rendendola più “pesante” rispetto agli altri mesi. L’Irpef nel 2025 prevede tre scaglioni (23%, 35%, 43%), a cui si sommano contributi previdenziali medi del 9,19% a carico del lavoratore.
Con le nuove ipotesi, i risparmi sarebbero significativi: per chi percepisce una RAL di 20.000 euro, il netto aggiuntivo potrebbe oscillare tra 182 e 321 euro; per una RAL di 50.000 euro, tra 873 e 1.222 euro, a seconda che si applichi la flat tax o l’esenzione completa.
Il beneficio maggiore riguarderebbe circa 19 milioni di lavoratori e pensionati, con un impatto diretto sul potere d’acquisto in vista delle spese natalizie. Tuttavia, data la limitatezza delle risorse, l’intervento potrebbe concentrarsi sui redditi medi e bassi, o sui lavoratori con figli a carico, seguendo l’esempio del bonus da 100 euro del 2024.
Oltre alla detassazione della tredicesima, la manovra potrebbe includere:
Riduzione dell’aliquota del secondo scaglione Irpef dal 35% al 33%, che interesserebbe 12,6 milioni di contribuenti;
Consolidamento del taglio del cuneo fiscale, già applicato a circa 14 milioni di lavoratori;
Eventuale estensione della flat tax agevolata agli straordinari e al lavoro festivo, come sottolineato dai ministri Tajani e Calderone.
Anche le addizionali locali continueranno a influire sul netto finale, con differenze territoriali che possono superare i 50 euro su una tredicesima di 2.500 euro.
Le coperture finanziarie restano il nodo principale. La riduzione dell’aliquota Irpef comporterebbe un costo stimato tra 2,5 e 4 miliardi, mentre il consolidamento del taglio del cuneo fiscale richiederebbe circa 9,4 miliardi annui. La restante parte della manovra servirà a finanziare sanità, incentivi alle imprese, misure per natalità ed edilizia.
Per questo, molti esperti ritengono che un intervento generalizzato sulla tredicesima sia difficile da realizzare: più probabile un approccio selettivo e mirato, concentrato sui redditi medio-bassi o sui nuclei familiari con figli.
Il disegno di legge di bilancio 2026 sarà presentato entro fine ottobre, con approvazione prevista entro la fine dell’anno. Le decisioni finali dipenderanno dal confronto tra le diverse forze di maggioranza: Forza Italia punta sulla detassazione della tredicesima, Lega sulla flat tax per gli autonomi e Fratelli d’Italia sul sostegno alle famiglie.
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