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07 Ottobre 2025 - 11:25
Dal 2026 le famiglie italiane che percepiscono l’assegno unico per i figli a carico riceveranno importi più alti. L’aumento deriva dalla rivalutazione annuale prevista dalla legge, che tiene conto dell’inflazione.
Dopo gli aumenti di prezzi registrati tra il 2023 e il 2024, il 2025 dovrebbe segnare una crescita più moderata. Secondo il Documento programmatico di finanza pubblica, l’inflazione prevista è dell’1,6%, percentuale che servirà per aggiornare gli importi dell’assegno e le soglie ISEE.
I nuovi importi saranno applicati da febbraio 2026, mentre gli arretrati di gennaio verranno erogati a marzo 2026, come da prassi INPS.
Gli aumenti saranno i seguenti:
ISEE fino a 17.520,19 euro: assegno di 204,4 euro al mese (contro 201 euro nel 2025)
ISEE tra 21.725 e 21.841 euro: 182,8 euro (rispetto a 179,7 euro)
ISEE tra 26.163 e 26.280 euro: 160,6 euro (contro 157,9 euro)
La soglia massima di reddito salirà oltre i 46.720 euro, con un assegno di 58,5 euro mensili (nel 2025 era 57,5 euro).
Anche le maggiorazioni familiari subiranno piccoli adeguamenti:
Figli non autosufficienti: 122,7 euro (+2,1 euro)
Disabilità grave: 111 euro (+1,9 euro)
Disabilità media: 99,4 euro (+1,7 euro)
Madri under 21: 23,4 euro (+0,4 euro)
Per i figli successivi al secondo, le integrazioni varieranno da 99,4 euro per gli ISEE più bassi a 17,5 euro per quelli più alti.
Il bonus per il secondo percettore di reddito sarà di 35 euro per la fascia minima (contro 34,4 euro nel 2025).
L’Assegno unico e universale (AUU) è un sostegno economico mensile riconosciuto alle famiglie con figli a carico:
fino ai 21 anni, se studiano, lavorano con reddito sotto gli 8.000 euro, svolgono tirocini o servizio civile;
senza limiti di età per i figli disabili.
L’importo dipende da ISEE, numero dei figli, età e situazione familiare.
È definito unico perché sostituisce diversi bonus e detrazioni familiari, semplificando il sistema.
È universale perché spetta, in misura minima, a tutte le famiglie, anche senza ISEE o con redditi superiori alle soglie.
Possono richiedere l’assegno:
le famiglie con figli minorenni (dal settimo mese di gravidanza);
i nuclei con figli fino a 21 anni che studiano o lavorano con reddito limitato;
le famiglie con figli disabili, senza limiti di età.
Per il 2026 non sarà necessario presentare una nuova domanda, a meno che quella precedente non sia stata revocata o respinta.
È però indispensabile inviare una nuova Dichiarazione Sostitutiva Unica (DSU) con ISEE 2026 entro il 30 giugno, per aggiornare gli importi in base alla situazione economica familiare.
Dal 2026 l’assegno unico sarà rivalutato in base all’inflazione, con aumenti medi di pochi euro al mese. Una misura che, pur modesta, punta a sostenere la natalità e a tutelare il potere d’acquisto delle famiglie italiane.
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