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I dati
14 Ottobre 2025 - 07:00
Con l’arrivo della metà di ottobre, in molte zone d’Italia torna il momento di riaccendere i termosifoni.
Da mercoledì 15 ottobre sarà infatti consentito l’uso del riscaldamento domestico nella maggior parte delle province del Nord e nelle aree montane del Centro e del Sud.
Ma insieme al freddo ritorna anche la preoccupazione per l’aumento dei costi del gas, che negli ultimi dieci anni ha segnato un’impennata significativa.
Secondo i dati forniti da Confedilizia, i rincari delle bollette energetiche hanno superato di gran lunga l’inflazione generale.
Dal 2015 ad oggi, il livello medio dei prezzi è cresciuto del 23%, mentre:
la bolletta della luce è aumentata del 74%,
il gas del 39%,
e l’acqua del 47,6%.
Un incremento che pesa sulle famiglie italiane, soprattutto con l’avvicinarsi della stagione invernale.
Nel corso del 2025, la fornitura idrica ha registrato i maggiori aumenti: +4,8% tra giugno e agosto e +4,7% a settembre.
La raccolta dei rifiuti ha visto invece una crescita più contenuta, pari all’1,8%.
Buone notizie arrivano per gas e luce, che a settembre hanno segnato una diminuzione dei prezzi: rispettivamente -5,6% e -5,8% dopo i rincari primaverili.
L’Assium (Associazione degli utility manager) ha evidenziato un calo sensibile del prezzo del gas sui mercati di riferimento.
Il PSV medio di ottobre si è fermato a 0,328 euro/Smc, con un ribasso del 24% rispetto allo stesso mese del 2024.
Anche l’indice del GME ha registrato una diminuzione del 23% nello stesso periodo.
Secondo l’Arera, nel quarto trimestre 2025 la bolletta della luce per i clienti vulnerabili diminuirà del 7,6%.
Il beneficio riguarda circa 3 milioni di famiglie servite nel regime di maggior tutela.
Tuttavia, la spesa annuale media per un utente vulnerabile resterà più alta rispetto al 2024: 608,72 euro contro i 498,10 euro dell’anno precedente, con un incremento del 22,2%.
Il 15 ottobre segna l’inizio ufficiale della stagione del riscaldamento per le province inserite nella zona climatica E (tra cui Milano, Torino, Bologna, Verona, Bergamo, Padova e molte altre).
In queste aree è consentito tenere accesi i riscaldamenti per 14 ore al giorno fino al 15 aprile 2026.
Nei Comuni più miti, come Forlì e Forlimpopoli, l’accensione sarà posticipata in base alla fascia climatica D.
Le regole su orari e temperature sono vincolanti: superarle può comportare sanzioni fino a 3.000 euro.
Per le abitazioni, la temperatura massima consentita è di 20°C, con una tolleranza di 2 gradi.
Rispettare le fasce orarie e la durata giornaliera di accensione è fondamentale non solo per evitare multe, ma anche per contenere i consumi.
L’Enea (Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile) fornisce alcune linee guida per ridurre i consumi:
mantenere la temperatura interna intorno ai 19°C, risparmiando circa il 10% per ogni grado in meno;
non coprire i termosifoni con tende o mobili, per permettere una migliore diffusione del calore;
aprire le finestre solo per pochi minuti, evitando di disperdere aria calda;
eseguire regolarmente la manutenzione dell’impianto.
Piccole attenzioni che, sommate, possono ridurre sensibilmente la spesa in bolletta.
Il costo dell’energia resta un tema cruciale per milioni di famiglie italiane.
Tuttavia, con una gestione più consapevole del riscaldamento e alcuni comportamenti virtuosi, è possibile alleggerire l’impatto delle bollette e migliorare l’efficienza energetica domestica.
L’arrivo del freddo non deve per forza tradursi in costi elevati: il risparmio intelligente è la vera forma di calore che possiamo permetterci.
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