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Salute
14 Ottobre 2025 - 07:25
L’aspettativa di vita mondiale ha recuperato i livelli pre-pandemici, arrivando oggi a 76,3 anni per le donne e 71,5 per gli uomini, con un incremento di oltre 20 anni rispetto al 1950. Secondo l’ultimo rapporto del Global Burden of Disease (GBD) pubblicato su The Lancet e presentato al World Health Summit di Berlino, il tasso di mortalità globale standardizzato per età è diminuito del 67% negli ultimi 70 anni.
Nonostante questi progressi, emergono nuove criticità: i giovani tra 15 e 39 anni in alcune regioni, soprattutto in Nord America ad alto reddito, registrano un aumento dei decessi dovuti a suicidi, overdose e abuso di alcol. Nelle fasce più giovani (5-19 anni) aumentano i decessi in Europa orientale, Nord America e Caraibi. Inoltre, persistono forti differenze geografiche: l’aspettativa di vita va dai 62 anni in Africa subsahariana fino agli 83 anni nelle regioni più ricche.
Le malattie croniche non contagiose rappresentano ormai quasi due terzi della mortalità globale. I principali responsabili sono cardiopatia ischemica, ictus e diabete. Secondo il GBD, circa la metà delle morti e disabilità potrebbe essere prevenuta modificando fattori di rischio come elevata glicemia e sovrappeso.
Christopher Murray, direttore dell’Institute for Health Metrics and Evaluation (IHME), sottolinea: “L’invecchiamento della popolazione e l’evoluzione dei fattori di rischio creano nuove sfide per la salute globale. Questi dati devono spingere governi e operatori sanitari a intervenire rapidamente.” Lo studio ha analizzato dati di 375 malattie, 88 fattori di rischio e 204 Paesi, rendendolo il più completo mai realizzato per misurare la perdita di salute a livello globale.
Dal 1950, la mortalità infantile è diminuita più che in qualsiasi altra fascia d’età. Tra il 2011 e il 2023, l’Asia orientale ha registrato il calo più consistente dei decessi sotto i 5 anni, grazie a migliori vaccinazioni, nutrizione e sistemi sanitari più solidi. Tuttavia, in Africa subsahariana la mortalità tra i bambini dai 5 ai 14 anni rimane più alta del previsto, a causa di infezioni respiratorie, tubercolosi e incidenti. Tra le giovani donne (15-29 anni) della stessa area, la mortalità è superiore del 61% rispetto alle stime precedenti, principalmente per mortalità materna, incidenti stradali e meningite.
Negli ultimi decenni le cause di morte si sono spostate dalle malattie infettive a quelle croniche. Il Covid-19, principale causa di morte nel 2021, è sceso al ventesimo posto nel 2023, mentre cardiopatia ischemica e ictus restano al vertice. In calo anche malattie diarroiche, tubercolosi e morbillo; in aumento invece diabete, malattie renali croniche, Alzheimer e HIV/AIDS.
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