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Cittadinanza italiana, rivoluzione per chi vive all’estero: stop ai consolati, arriva l’ufficio centrale

Il Ministero degli Esteri gestirà tutte le domande dall’estero: meno burocrazia secondo il governo, più complicazioni secondo gli italiani nel mondo

Cittadinanza italiana, rivoluzione per chi vive all’estero: stop ai consolati, arriva l’ufficio centrale

Dal 2026 le pratiche passeranno a un nuovo ufficio del Ministero degli Esteri. Prevista anche la carta d’identità elettronica per gli italiani residenti fuori dal Paese.

Il Parlamento torna a occuparsi di cittadinanza italiana, a pochi mesi dalla legge 74/2025, che aveva già introdotto criteri più rigidi per il riconoscimento iure sanguinis (cioè per discendenza).
La Camera dei Deputati ha approvato in prima lettura un nuovo disegno di legge, collegato alla Manovra 2025, che punta a riorganizzare la gestione delle domande provenienti dall’estero.

Ufficio centrale per la gestione delle pratiche

La novità principale riguarda la centralizzazione delle richieste di cittadinanza.
Le pratiche non saranno più esaminate dai consolati italiani, ma da un nuovo ufficio presso il Ministero degli Affari Esteri, operativo da gennaio 2026.

Secondo il governo, questa scelta serve a snellire le procedure e a smaltire l’arretrato accumulato soprattutto in Argentina e Brasile, dove vivono milioni di discendenti di italiani.

Tuttavia, alcuni rappresentanti degli italiani all’estero temono che la riforma possa rendere meno diretto il rapporto tra i cittadini e le istituzioni, complicando il monitoraggio delle pratiche e allungando i tempi.

Carta d’identità elettronica per gli iscritti AIRE

Dal 1° giugno 2026, i cittadini iscritti all’AIRE (Anagrafe degli Italiani Residenti all’Estero) potranno richiedere la carta d’identità elettronica (CIE) direttamente nei Comuni italiani, senza passare dai consolati.

Il documento sarà valido per l’espatrio, tranne nei casi in cui il passaporto sia stato negato o revocato: in queste situazioni, sulla carta verrà inserita un’annotazione che ne limita l’uso per i viaggi all’estero.
Si tratta di una misura pensata per semplificare la vita dei cittadini italiani all’estero, che spesso incontrano difficoltà nell’ottenere documenti nei consolati.

Semplificazione delle legalizzazioni

Il testo di legge prevede anche una modifica nelle procedure di legalizzazione degli atti esteri da utilizzare in Italia.
La competenza passerà al Ministero degli Esteri, con l’obiettivo di velocizzare i tempi e ridurre la burocrazia attraverso procedure più uniformi.

I vantaggi secondo il governo

Per il relatore Andrea Orsini (Forza Italia), il pacchetto di norme punta a rendere il sistema più trasparente ed efficiente, alleggerendo il lavoro degli uffici consolari.
In questo modo, i consolati potranno dedicarsi maggiormente alla tutela degli italiani all’estero e a funzioni diplomatiche ed economiche, come la promozione dell’export e degli scambi commerciali.

Le critiche delle comunità italiane

Il Consiglio Generale degli Italiani all’Estero (CGIE) ha espresso forti preoccupazioni per la perdita di ruolo dei consolati, che fino ad oggi erano il punto di riferimento diretto per i cittadini.
Secondo il CGIE, la centralizzazione potrebbe complicare l’accesso ai servizi, aumentare la distanza tra cittadini e istituzioni e prolungare i tempi di attesa a causa del carico di lavoro concentrato in un unico ufficio.

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