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Cronaca

La villa di Alberto Stasi a Garlasco: simbolo di un passato difficile, invenduto dal 2016

Una casa vuota che racchiude una storia tragica, la villa di Alberto Stasi resta senza acquirenti

La villa di Alberto Stasi a Garlasco: simbolo di un passato difficile, invenduto dal 2016

Foto di repertorio

A Garlasco, in via Carducci, si erge una villa che sembra congelata nel tempo. La casa dove Alberto Stasi, condannato per l'omicidio di Chiara Poggi, ha vissuto con la sua famiglia prima che il delitto sconvolgesse per sempre la comunità. Dopo quasi venti anni da quel tragico 13 agosto, la villa rimane vuota, in vendita dal 2016, ma senza che nessuno abbia mai deciso di acquistarla.

Nonostante il suo elegante aspetto e il giardino curato, la villa è invenduta, con persiane sempre abbassate e segni del tempo che cominciano a farsi notare sulla facciata. Il prezzo iniziale, fissato a 610.000 euro, non ha attirato alcun acquirente, e la casa è diventata un simbolo difficile da dimenticare.

Proprietà della madre di Alberto Stasi, Elisabetta Ligabò, la villa è un luogo legato a ricordi dolorosi e complessi. Nel 2019, dopo la morte del marito, la signora Ligabò ha dovuto accendere un’ipoteca per ottenere un prestito che aiuti a far fronte alle difficoltà economiche legate alla lunga vicenda legale della famiglia. Nonostante il mutuo, l'immobile resta ancora lì, senza cambiamenti.

I vicini raccontano che la villa è ormai chiusa da anni e che in paese il suo acquisto è impensabile. Non è tanto il valore dell'immobile a essere in discussione, quanto il pesante fardello emotivo che essa rappresenta. Ogni angolo della casa evoca il passato di Alberto Stasi, le indagini, i processi e i ricordi legati al delitto di Chiara Poggi, che ha segnato per sempre il paese.

Nel frattempo, la casa al mare di Spotorno, anch'essa appartenuta alla famiglia Stasi, ha avuto un destino diverso: è stata venduta nel 2017. Ma anche quella residenza ha un legame con la vicenda processuale, legato all’acquisto di un paio di scarpe da parte di Stasi poco prima dell’omicidio, un dettaglio che ha alimentato ulteriormente l'immaginario collettivo.

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