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Ambiente

Aumenti dei dazi sulle tecnologie verdi: la transizione energetica a rischio di costi più alti

Un rapporto di BloombergNEF avverte che l’aumento dei dazi sulle tecnologie pulite potrebbe far lievitare i costi per le energie rinnovabili, rallentando la transizione ecologica globale

Aumenti dei dazi sulle tecnologie verdi: la transizione energetica a rischio di costi più alti

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L’aumento dei dazi sulle tecnologie verdi, tra cui pannelli solari, batterie e turbine eoliche, rischia di far lievitare il costo della transizione energetica globale. Secondo un rapporto di BloombergNEF, l'introduzione di tariffe più alte potrebbe comportare un incremento di almeno 137 miliardi di dollari, pari al 16% in più, entro il 2030, con un impatto diretto sul raggiungimento degli obiettivi fissati dalla Cop28, che puntano a triplicare la capacità rinnovabile mondiale entro la fine del decennio.

Questo scenario emerge in un contesto globale di crescente domanda di tecnologie pulite, dove Paesi come la Cina sono protagonisti nell’esportazione di soluzioni per l’energia verde. La crescita delle importazioni di moduli solari e veicoli elettrici ha contribuito ad accelerare la transizione, soprattutto nei Paesi emergenti. Tuttavia, la crescente imposizione di dazi, motivata da esigenze di protezionismo industriale e sicurezza energetica, sta creando un equilibrio difficile tra la protezione delle industrie locali e l'accesso economico alle tecnologie necessarie per ridurre le emissioni di CO2.

Mentre la Cina domina il mercato globale delle rinnovabili, esportando oltre il 70% della capacità produttiva di tecnologie pulite, Paesi come il Brasile, il Pakistan e la Turchia hanno iniziato a introdurre dazi sui prodotti provenienti dall'estero per stimolare la produzione interna. Sebbene questi dazi possano incentivare l’industria locale, il loro effetto collaterale è l'aumento dei costi per i Paesi in via di sviluppo, dove i margini sono più stretti e i costi di finanziamento già elevati.

Il futuro della transizione energetica potrebbe quindi dipendere da un delicato compromesso tra incentivare la produzione domestica e mantenere accessibili le tecnologie necessarie per abbattere le emissioni globali.

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