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la ricorrenza

1° novembre: non solo Ognissanti, si celebra la Giornata Mondiale del Veganesimo

Dalla nascita della Vegan Society al boom dei prodotti plant-based: come un movimento etico è diventato fenomeno globale

1° novembre: non solo Ognissanti, si celebra la Giornata Mondiale del Veganesimo

Foto di repertorio

Ogni 1° novembre, insieme alla festa di Ognissanti, il mondo celebra la Giornata Mondiale del Veganesimo, un momento dedicato alla riflessione su un movimento che, da filosofia di nicchia, è diventato un fenomeno globale. Nata nel Regno Unito trent’anni fa, questa ricorrenza ricorda che essere vegani non significa solo rinunciare a certi cibi, ma abbracciare uno stile di vita fondato su rispetto per gli animali, attenzione all’ambiente e cura per la propria salute.

Il veganesimo esclude ogni forma di sfruttamento e crudeltà verso gli animali, non solo nell’alimentazione ma anche nell’abbigliamento e nei consumi quotidiani. Niente carne, pesce, uova, latticini o miele, ma anche stop a lana, cuoio e seta. A differenza del vegetarianesimo, che ammette alcuni derivati animali, il veganismo spinge la scelta etica “fino alle sue conseguenze logiche”, come la definì la Vegan Society nel 1944.

Fu proprio la presidente della Vegan Society, Louise Wallis, a istituire nel 1994 la giornata internazionale per celebrare i cinquant’anni dell’associazione. Da allora, il 1° novembre è diventato una data simbolica con eventi, conferenze e campagne di sensibilizzazione in tutto il mondo.

Negli ultimi anni, l’interesse per il veganesimo è cresciuto rapidamente. In Italia, secondo Eurispes 2024, quasi il 3% della popolazione si definisce vegana o vegetariana, una tendenza in aumento soprattutto tra i giovani e le donne. L’industria alimentare ha colto il segnale, offrendo sempre più alternative plant-based: burger vegetali, dessert senza latticini e sostituti del miele o del formaggio sono ormai comuni nei supermercati e nei menu dei ristoranti.

Le motivazioni che spingono verso questa scelta sono diverse. Etiche, per il rifiuto dello sfruttamento animale; ambientali, per ridurre l’impatto climatico e il consumo di risorse; salutistiche, per una dieta più leggera e ricca di fibre. L’ONU stessa riconosce che diminuire il consumo di carne è una delle azioni più efficaci contro il cambiamento climatico.

Oggi il veganesimo è anche parte della cultura pop: artisti come Billie Eilish, Lewis Hamilton e Natalie Portman ne sono convinti sostenitori. Anche le grandi catene internazionali hanno inserito opzioni vegane nei loro menu, segno di un cambiamento profondo e ormai mainstream.

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