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Il caso
21 Novembre 2025 - 08:00
Urla, minacce, schiaffi diventati quotidiani. Una routine di violenze domestiche interrotta solo da una chiamata al 112, quella della madre della vittima collegata in video dalla Sicilia, che percepisce il pericolo e chiama i carabinieri. È questo il quadro che ieri mattina arriva davanti al Collegio del Tribunale di Ivrea, presieduto dalla giudice Stefania Cugge, con Antonella Pelliccia e Maria Claudia Colangelo. L’episodio chiave risale al 6 ottobre 2024. I militari arrivano in pochi minuti in un’abitazione di Settimo Torinese: la donna è sola, visibilmente spaventata, con lividi sulla clavicola e sul collo. I figli vengono temporaneamente affidati ai vicini, mentre i genitori vengono portati via in auto separate. Le intercettazioni, i messaggi vocali e le testimonianze raccolte dai carabinieri descrivono un clima di terrore permanente. La donna era costretta a subire insulti davanti ai figli e a sopportare aggressioni che andavano dalla distruzione di mobili e porte alla pressione psicologica continua. Amici e parenti confermano un rapporto: l’imputato impediva alla moglie di lavorare, la controllava e ricorreva a minacce estreme, anche davanti ai bambini.
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