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Il caso

«La picchiava e le impediva di lavorare». Salvata in videochiamata dalla Sicilia

La donna era costretta a subire insulti davanti ai figli e a sopportare aggressioni che andavano dalla distruzione di mobili e porte alla pressione psicologica continua

«La picchiava e le impediva di lavorare». Salvata in videochiamata dalla Sicilia

Urla, minacce, schiaffi diventati quotidiani. Una routine di violenze domestiche interrotta solo da una chiamata al 112, quella della madre della vittima collegata in video dalla Sicilia, che percepisce il pericolo e chiama i carabinieri. È questo il quadro che ieri mattina arriva davanti al Collegio del Tribunale di Ivrea, presieduto dalla giudice Stefania Cugge, con Antonella Pelliccia e Maria Claudia Colangelo. L’episodio chiave risale al 6 ottobre 2024. I militari arrivano in pochi minuti in un’abitazione di Settimo Torinese: la donna è sola, visibilmente spaventata, con lividi sulla clavicola e sul collo. I figli vengono temporaneamente affidati ai vicini, mentre i genitori vengono portati via in auto separate. Le intercettazioni, i messaggi vocali e le testimonianze raccolte dai carabinieri descrivono un clima di terrore permanente. La donna era costretta a subire insulti davanti ai figli e a sopportare aggressioni che andavano dalla distruzione di mobili e porte alla pressione psicologica continua. Amici e parenti confermano un rapporto: l’imputato impediva alla moglie di lavorare, la controllava e ricorreva a minacce estreme, anche davanti ai bambini.

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